SQUINZANO (Lecce) – Arrivano le prime sentenze nell’inchiesta ribattezzata “Staffetta”. Il gup Antonia Martalò ha accolto la richiesta di patteggiamento per la stragrande degli imputati: 2 anni e 10 mesi ad Alessio Fortunato, 33enne di Squinzano e Marco Maddalo, 32enne di Trepuzzi; 2 anni e 8 mesi a Marco e Raffaele Rapanà, rispettivamente di 29 e 20 anni di Squinzano; 2 anni e 6 mesi ad Emilio Scozzi, 24enne di Squinzano e Fausto Poso, 32enne di Squinzano. Nei guai finirono anche Georgia Bagordo, 21enne di San Pietro Vernotico; Fabrizio Mangeli, 48enne di Squinzano e Alberto Mangeli, detto “Roberto”, 50enne di Squinzano, nel frattempo deceduto.
L’indagine è stata condotta dai carabinieri del Nucleo investigativo del Reparto operativo di Lecce. I militari hanno smantellato un “call center” per gestire la piazza dello spaccio. Un fiorente giro di droga all’ombra del clan. Centinaia e centinaia di dosi di cocaina e anche di eroina spacciate nel triangolo fra Squinzano, Trepuzzi e Campi Salentina. Un mercato avviato con un modulo organizzativo particolare: un’unica utenza cellulare e nessun dialogo. Solo squilli ed sms inviati ad un apparecchio che, secondo turni stabiliti, passava da un fornitore all’altro. Proprio come una staffetta. Da qui il nome dell’operazione. Un’unica utenza, una sorta di numero verde dello spaccio, che i clienti contattavano per prenotare la dose. La consegna, poi, avveniva nei soliti luoghi, preventivamente fissati, quasi sempre in periferia. Niente dialoghi al telefono. Troppo pericoloso. Ma l’accorgimento non è bastato per evitare le indagini e gli arresti.
L’inchiesta, condotte dai carabinieri, è partite nel gennaio scorso. Ed ha incrociato anche l’intensa attività svolta per arrestare Fabio Perrone, l’ergastolano che era fuggito dall’ospedale “Vito Fazzi” durante un accertamento diagnostico e poi rintracciato dopo una latitanza di due mesi. Tutto è cominciato l’8 gennaio quando a Emilio Scozzi, fermato nel corso di un controllo antidroga, sono stati sequestrati due telefoni cellulari e 540 euro in contanti. Una consulenza tecnica sul telefono che faceva la staffetta ha consegnato nelle mani degli investigatori tabulati e rubrica. Elementi che hanno permesso di squarciare il velo sulla fiorente attività di spaccio. Di cocaina ne è circolata davvero tanta. Lo hanno confermato dagli stessi clienti agli investigatori. Uno, in particolare, ha riferito che nell’arco di 46 mesi, dal mese di aprile 2012 al 4 febbraio 2016 ha effettuato circa 760 acquisti di cocaina: mezzo grammo per volta ad un costo 30 euro. Tutti i clienti (almeno quelli che non si sono fatti piegare dalla paura di possibili ritorsioni) hanno confermato che la richiesta di droga avveniva attraverso uno squillo o messaggi inviati sulla solita utenza. Gli imputati erano difesi dagli avvocati Stefano Prontera, Andrea Starace, Antonio Savoia, Ladislao Massari e Andrea Capone.
F.Oli.