LECCE – Ha confermato le accuse contraddicendosi in alcuni passaggi. Si è svolto nelle score ore l’incidente probatorio di una 19enne di origini nigeriane costretta a pagare il viaggio in Italia e non essere sottoposta a riti vudù. Davanti al gip Carlo Cazzella e al sostituto procuratore Stefania Mininni, la minore ha raccontato la propria odissea contraddicendosi, però, in alcuni passaggi in circa due ore di ascolto protetto.
E’ rimasta vaga alle domande se fosse mai scappata da quell’abitazione e se la sua stanza fosse effettivamente chiusa a chiave. Nel registro degli indagati sono stati iscritti Joy Enagbare, 31enne, Favour Lucky, 26 e Austin Matthew, 34, residenti a Lecce, tutti di origini nigeriane residenti a Lecce. Rispondono, a vario titolo, di riduzione in schiavitù, tratta di persone, alienazione di schiavi aggravata nei confronti di una loro connazionale all’epoca dei fatti minorenne
L’indagine è stata avviata con una denuncia della persona offesa (all’epoca 17enne) presso gli uffici della Questura di Lecce. La giovane ha squarciato il velo su una delle tante storie che si alimentano nel silenzio e nella paura. I fatti si sono succeduti tra agosto del 2014 fio a novembre del 2015. La minore sarebbe stata tenuta sotto scasso da i suoi tre sfruttatori costretta a prostituirsi per estinguere il debito di 20mila euro assunto con una connazionale per il viaggio in Italia. La Enagbare avrebbe reso la vita della minore un autentico inferno. L’avrebbe tenuta segregata in casa quando non si prostituiva sottoponendola a continue violenze: botte, strofinamenti sul corpo di polveri di peperoncino e minacce di essere sottoposta ad un rito vudù con il rischio concreto di morire.
La Enagbare risponde anche di minacce aggravate. Nel gennaio del 2015 avrebbe contattato telefonicamente la minorenne non appna la giovane si trasferì in una cooperativa di Mesagne intimandola a non denunciare le sevizie subite. E quando la donna non era presente in casa la custodia della minorenne sarebbe stata gestita da Lucky. I momenti di intimità si sarebbero consumati anche in casa di Matthew che avrebbe ospitato la ragazzina costringendola a prostituirsi. Gli indagati sono difesi dagli avvocati Gianluca Licciardello, Anna Schiavano, Tania Rizzo e Francesco Calabro.
F.Oli.