“Trovare i fusti e avviare una pronta bonifica del sito, senza rimpalli istituzionali che porterebbero ad allungare i tempi di una vicenda per cui è già stato perso troppo tempo. La discarica di Burgesi è solo la punta dell’iceberg, sono centinaia quelle non ancora uscite alla luce del sole”.
Lo dichiara il consigliere del M5S Cristian Casili in seguito al tavolo tecnico che si è tenuto nella sede della presidenza della Regione, in cui i sindaci del territorio hanno chiesto all’assessore Santorsola di adottare al più presto le misure necessarie per la messa in sicurezza della discarica di Burgesi a Ugento. Casili chiede venga fatta al più presto una mappatura di tutti i siti inquinanti nel territorio salentino, anche alla luce di quanto successo negli anni ‘80 quando numerose sono state le discariche aperte per urgenza e richiuse senza controllare che tipo di rifiuti vi fossero stati tombati.
“A gennaio 2014 il Noe di Lecce, – denuncia il vicepresidente della V commissione Ambiente – dopo i solleciti del 2012 e 2013 a cui non era mai stata data risposta, ha scritto delle lettere a 68 comuni delle tre province salentine in cui si chiedeva la precisa localizzazione delle discariche, proprio con l’obiettivo di mapparle. Sono gli enti risultati inadempienti rispetto alla richiesta del Servizio Ciclo dei rifiuti e bonifiche della Regione Puglia: tra questi ben 45 i comuni del leccese.
Si tratta di amministrazioni che non hanno mai risposto e trasmesso in Regione alcuna documentazione – prosegue Casili -; una ulteriore dimostrazione di come spesso le amministrazioni comunali siano assenti sui temi ambientali non volendo credere che in alcuni casi ci sia la volontà di nascondere qualcosa. Ai sindaci, primi responsabili della salute dei cittadini, bisogna chiedere una nuova presa di coscienza”.
Tra i territori interessati dalle lettere del Noe ci sono Patù e Alessano, dove furono rinvenute delle discariche di rifiuti pericolosi, Scorrano, dove sono stati ritrovati cumuli di rifiuti a due passi da un uliveto e un caseificio.
“Che novità ci sono su questi territori? – si chiede Casili – A distanza di tre anni dalle richieste del Noe cosa hanno fatto questi 45 Comuni? O regna ancora il silenzio? Sono domande alle quali la Regione deve dare una pronta risposta, squarciando il velo di silenzio che ha regnato su queste discariche per troppi anni”.