L’intervento dell’avvocato Riccardo Rodelli
Dopo il lungo episcopato di monsignor Ruppi, “l’ultimo doge” dell’arcidiocesi di Lecce; dopo l’amministrazione di monsignor D’Ambrosio, giunto di controvoglia e che mai volle farsi leccese; chi siederà tra qualche mese sulla cattedra che fu di Pappacoda e dei principi Pignatelli i quali fecero grande questa Diocesi? Un altro amministratore o un prelato intraprendente?
A dare ascolto ai mormorii che si ascoltano dietro le curiali porte si direbbe né l’uno né l’altro: a Lecce arriva una grana e basta!
Ed infatti, pare che la questione non sia tanto Lecce, né le qualità del suo futuro arcivescovo. Secondo voci non sottovalutabili che circolano dalle parti di Albano, dove siede il vescovo Marcello Semeraro, salentino doc in grande spolvero sotto il regnante Pontefice, in piazza Duomo a Lecce si vorrebbe mandare un personaggio che molti – a Roma e un po’ dovunque – vorrebbero togliersi dai piedi: monsignor Nunzio Galantino, pugliese di Foggia, Segretario plenipotenziario della Conferenza Episcopale Italiana, il quale, forte delle sue amicizie in Santa Marta, ha di fatto esautorato il presidente, il mite card. Bagnasco, non poche volte smentito e insolentito anche pubblicamente.
Di Galantino si ricordano gli svarioni in sacra scrittura (secondo lui, Sodoma fu salvata dalla distruzione per l’intercessione di Abramo), i suoi incontri con la ministra Boschi, le adesioni alle marce dei radicali, l’allineamento alle politiche di un Governo nazionale che definire cattolico viene difficile!
“Improvvido” lo avrebbero detto i vecchi democristiani, sempre smanioso com’è di comandare, imporre, scavalcare confratelli e dare sulla voce a vescovi che sostengono posizioni non conformi a quelle che lui ritiene siano del “principale”.
Ma all’improvviso si parla di un suo allontanamento da Roma, nel più classico stile promoveatur ut amoveatur che in lingua corrente potrebbe dirsi “basta che ce lo togliamo davanti!”. Cosa è successo?
Ad una evidente loquace simpatia per il Governo renziano, ha corrisposto un mutismo assai imbarazzante della Chiesa italiana per provvedimenti legislativi che, con eufemismo, si direbbero alquanto eccentrici rispetto alla fede cattolica.
Forse a star troppo di presso alla corte dei potenti, si inciampa nella livrea. E questo è forse il prossimo Arcivescovo della nostra Lecce. Perchè proprio a noi, Santità!