LECCE – Ci risiamo: il centrosinistra si incarta di nuovo. Il secondo nome della cosiddetta (e sempre di moda!) «società civile» è stato bruciato: dopo Alfredo Prete, presidente della Camera di Commercio, è toccato a Giovanni Rapanà, il commercialista «rigoroso» laureato alla Luiss. È stato Michele Emiliano a bruciarlo: il governatore ha stretto un accordo con Dario Stefano e vuole insistere col senatore. L’ex vendoliano chiedeva l’unanimità dei democratici, che non è mai arrivata sul suo nome, ma Emiliano non si arrende. Dunque, anche Rapanà saluta gli amici del Pd con un breve comunicato. «Ringrazio tutti coloro che mi hanno onorato proponendo la mia candidatura a sindaco di Lecce per la coalizione di centrosinistra, ruolo pubblico del tutto nuovo rispetto alla mio curriculum professionale. Dopo una attenta riflessione, ho maturato il convincimento che non sussistono le condizioni per la mia candidatura e, pertanto, declino il prestigioso invito. Sono certo che le forze politiche saranno in grado di individuare al più presto il percorso necessario per la scelta del candidato».
Non ci siamo sbagliati quando abbiamo parlato del Pd in mezzo al guado. Prima lo schiaffo in pieno volto, a mezzo stampa, di Renzi, che ha elogiato l’amministrazione Paolo Perrone, poi il caos di nomi bruciati. Mentre Mauro Giliberti (centrodestra), Delli Noci (ex centrodestra) e Fabio Valente (M5S) sono già in campo, il centrosinistra annaspa. Inoltre, la minoranza nel Pd mette il dito nella piaga: Blasi parla di dilettantismo della segreteria provinciale. «Noi le soluzioni le abbiamo proposte – replica Fabrizio Marra, segretario cittadino dem – Prete, Rapanà e Stefano, mi sembrano dei nomi di tutto rispetto: avevano il placet anche degli alleati. Non è colpa nostra se qualcuno critica senza essere costruttivo». Il governatore della Puglia ha avuto un ruolo importante in questo nuovo flop: ha continuato a caldeggiare il nome di Stefano, quando ormai tutto il centrosinistra locale era su Rapanà. Ora la segreteria provinciale alza le mani e chiede al Emiliano di risolvere la questione.
Intanto, nel Pd continua la guerra e le tentazioni. Qualcuno vorrebbe andare con Delli Noci: le indiscrezioni parlano di insistenze da parte di alcuni dirigenti. Qualcuno dei nomi del periodo d’oro del centrosinistra, come Giovanni Pellegrino e Sergio ventura, hanno portato allo scoperto questa strategia, parlandone perfino sulla stampa. «È il momento per il centro-sinistra di uscire dal suo isolamento nella città e dalla marginalità politica facendo esplodere le divisione che oggi esistono e persistono nel centro-destra. Divisioni profonde, oggi comprensibilmente celate dietro sorrisi di circostanza, ma che potrebbero detonare se trovassero una valida alternativa. Per questo mi rivolgo a coloro che siedono al tavolo delle decisioni per invitarli a considerare che oggi questa valida alternativa forse già esiste ed è rappresentata da Alessandro Delli Noci. E’ il momento di scelte coraggiose e che possano permettere al centro-sinistra di riprendere il contatto con una città che è cambiata e che deve essere reinterpretata con strumenti nuovi» – scrive su facebook Sergio Ventura.
Non si tratta di una posizione utopistica o isolata: gli scontenti potrebbero seguire l’ex assessore del centrodestra, su cui potrebbero convergere anche i delusi dell’altro fronte. Paolo Foresio è uno di quelli che non condividono i metodi della segreteria provinciale: da sempre ha chiesto le primarie per individuare il candidato sindaco della città. Sembra che da Roma, però, lo abbiano redarguito: le primarie non si terranno. Intanto, la guerra interna al Pd si riverbera sulle provinciali: i renziani non si sostengono. Foresio non vota Angelo Sirsi, renziano doc, vicino a Lotti dal 2004, quando era alla Provincia di Firenze. In campo ci sono Caputo e Morciano, candidati supportati da Salvatore Capone e Teresa Bellanova (corrente Martina); Fiorillo, candidato del deputato Massa (corrente Orlando); Toma, candidato di Emiliano e Loredana Capone. Anche la corrente dalemiana ha la sua candidata: Abaterusso sostiene Inguscio.
I voti pesanti sono dei leccesi. I renziani Rotundo, Foresio e Leucci non voteranno il renziano Sirsi, ma i candidati della sottosegretaria Bellanova: nuove alleanze si stanno stringendo, anche in vista delle comunali. Foresio spera, votando un candidato dell’«area Martina», di poter essere sostenuto dalla viceministra nella battaglia per la candidatura a sindaco di Lecce. La tempesta continua, ma Emiliano non si prenderà la responsabilità di scegliere il candidato sindaco palesemente: il governatore potrebbe essere il candidato alla segreteria nazionale e non si può permettere di intestarsi sconfitte. In ogni caso la colpa deve ricadere sulla segreteria provinciale.
Gaetano Gorgoni