SALENTO – Continua, nel Leccese, l’emergenza delle famiglie di alcune case popolari a cui è stata tagliata l’acqua: morosi e non morosi, tutti all’asciutto. Sono 56 famiglie a Lecce e 28 a Matino: ci sono anziani, bambini e disabili. La questione è sempre la stessa: negli anni passati, alcuni morosi si sono sempre rifiutati di pagare, altri sono stati disponibili, ma i conti forfettari non sono giusti. A chi ha sempre pagato, pur avendo sussidi da fame, viene chiesto di caricarsi i costi degli abusivi che furbescamente hanno consumato e sono andati via, oppure dei morosi convinti di non dover mai pagare. I contatori unici del passato hanno fatto dei danni enormi.
Oggi, in Commissione controllo, a Palazzo Carafa, è stato invitato il presidente di AQP, che non si è presentato (senza giustificazione per il momento): i consiglieri leccesi avrebbero voluto chiedergli di rispettare la legge statale che prevede l’attuazione del minimo vitale di 50 litri al giorno gratuiti, a persona, da erogare alle famiglie con un comprovato disagio sociale. La Regione non dà nessun segnale, quindi, siccome la situazione è di completo stallo, la riunione della Commissione controllo del Comune di Lecce è stata allargata ad Arca sud e Regione Puglia. A Matino, invece, il Consiglio comunale prova a trovare soluzioni, ma per ora, come avviene a Lecce, si va avanti con le autocisterne. Il guaio è che non potrà durare per molto.
Carlo Mignone, presidente provinciale di Anaci, spiega la situazione dal punto di vista legale: “Ci sono due normative non rispettate: Arca Sud dovrebbe pagare per i condomini, come dice la legge, inoltre, c’è un decreto legge dello Stato inattuato, che impone di garantire a tutti coloro che si trovino in stato di indigenza conclamata i 50 litri di acqua al giorno. Mancano i decreti attuativi. A Lecce viene mandata l’acqua con le autobotti, ma è un palliativo”. I morosi sono sempre gli stessi: non pagano e restano al loro posto. I non morosi pagano anche per loro: vengono puniti con la chiusura dei rubinetti e non se ne viene a capo da anni.
Gaetano Gorgoni