LECCE – Un’arma della polizia ceduta ad un pregiudicato per 2mila euro. Ecco il movente dietro il furto di una mitraglietta compiuto da Domenico Cennamo, il vice sovrintendente addetto alla vigilanza dell’ingresso degli uffici della Questura, sottoposto al fermo di polizia così come disposto dal pubblico ministero Carmen Ruggiero nella giornata di ieri. Nelle scorse ore il gip Stefano Sernia ha convalidato il fermo del 45enne, originario di Napoli, disponendo il carcere per il poliziotto. Cennamo, difeso dall’avvocato Laura Minosi, ha confermato quanto dichiarato davanti al pm. Nessun’altra misura, come l’applicazione dei domiciliari con l’ausilio del dispositivo del braccialetto, avrebbe potuto garantire che Cennamo non avrebbe potuto tentare una fuga. Magari all’estero. Nell’ordinanza il gip ricostruisce movente, dinamica e sviluppi di un arresto eccellente.
MOVENTE – Cennamo vive in condizioni economiche estremamente precarie. Lo stipendio sarebbe integralmente assorbito da pignoramenti e necessità di pagamento di ratei per vari mutui e finanziamenti. Nella sua abitazione di Merine non ha né energia, né gas, né mobilio, ma solo una brandina ed un piccolo armadietto. Per qualche giorno ha vissuto per strada e poi in un bed and breakfast. A volte, a causa delle condizioni meteorologiche, ha dormito in Questura. Il poliziotto è disperato. Il 17 gennaio è in un bar di Merine. Si sfoga ad alta voce alla presenza di Pietro Paolo De Dominicis, il 52enne di Merine destinatario dell’arma. Le giaculatorie di Cennamo vengono raccolte proprio dal pregiudicato. I due stringono un patto: la consegna di un’arma in cambio di 2mila euro. Per Cennamo sarebbe la panacea alle sue sofferenze. Liquidità immediata per allontanarsi e rifarsi una nuova vita.
FURTO: E’ la sera del 17 gennaio. Cennamo è in servizio in Questura per il turno 19-24. Il sovrintendente entra nell’armeria dove sono custodite le armi di reparto. Poi chiude frettolosamente le porte. I suoi movimenti, però, vengono intercettati da un ispettore. Cennamo ha un’espressione vistosamente allarmata ed intimorita. L’ispettore, ligio al suo dovere, informa il Capo di Gabinetto Giorgio Oliva. Viene effettuata una prima ricognizione all’interno dell’armeria. Vengono setacciati gli armadi in cui sono custodite le armi in dotazione al personale in servizio presso l’ufficio delle volanti. Non emerge alcuna anomalia. La mattina successiva – siamo al 18 gennaio scorso – viene informata la dirigente Eliana Martella. Gli agenti ispezionano gli altri armadietti. Manca un’arma dall’armadietto di pertinenza del reparto prevenzione crimine: una mitragliatrice M12. I sospetti ricadono immediatamente su Cennamo.
CONFESSIONE – Sono da poco trascorse le 14 del 18 gennaio. Cennamo viene avvicinato dall’ispettore che la sera precedente lo aveva visto entrare nell’armeria. Viene sollecitato a raggiungere l’ufficio del Questore dove è presente anche il capo di Gabinetto. Cennamo viene invitato ad avere un atteggiamento collaborativo. I suoi superiori sono al corrente che è stato notato mentre entrava nell’armeria. Il poliziotto crolla. Confessa il furto alla presenza del pubblico ministero Carmen Ruggiero. Racconta con dovizia di particolari le fasi preparatorie e organizzative del furto concordato con De Dominicis al quale aveva dato appuntamento poco dopo la mezzanotte nei pressi della Questura alla fine del suo turno per consegnarrgli l’arma. E mette a segno il furto. Recuperato così 1000 euro come prima tranche della ricompensa.Il giorno dopo, però, roso dai rimorsi non si è presenta all’appuntamento per intascare la restante somma. Consegna ai superiori il tesserino, la somma di 980 euro e la sua arma di ordinanza. Poi accompagna i colleghi della Squadra mobile insieme al Capo di Gabinetto in casa di De Dominicis dove consente di ritrovare l’arma.
DE DOMINICIS – E per il 52enne scatta l’arresto. E’ un vecchio volto per le forze dell’ordine. Il suo nome si incrocia con alcune vecchie indagini antimafia “Helmas” e “Baia”. Dopo l’arresto, però, accusa un malore. Ora è in terapia intensiva. Il gip ha comunque convalidato l’arresto disponendo la custodia in carcere in attesa dell’interrogatorio alla presenza del suo legale Elvia Belmonte non appena miglioreranno le condizioni di salute. Nel frattempo, rimane un mistero. Quell’arma da guerra a cosa sarebbe servita?. Già mesi prima De Dominicis aveva avvicinato il poliziotto chiedendogli di rubare un’arma. In quella circostanza, però Cennamo si rifiutò. Non questa volta.
Francesco Oliva