LECCE – Un nuovo centrosinistra, alternativo al renzismo, senza rottamatori e rottamati, con Giuliano Pisapia, punto di riferimento del campo progressista e il sindaco metropolitano di Cagliari Massimo Zedda, ma anche uno più al centro come Bruno Tabacci. “Dialoghi democratici nel campo progressista”: Dario Stefano propone storie diverse con un progetto nuovo per la sinistra. “Una grande sfida” come spiega il senatore ex vendoliano, sicuro che “il centrosinistra non è morto”. Al Tiziano ci sono i volti più noti del centrosinistra leccese e pugliese. C’è anche Michele Emiliano, che dichiara di essere riconoscente a Stefano, perché ha contribuito fortemente alla sua elezione (cliccando sull’immagine potrete ascoltare l’intervista ndr) e fa capire che vorrebbe candidare il senatore a sindaco di Lecce (ci crede ancora), ma senza costringere il partito ad accettarlo controvoglia.
Come abbiamo già spiegato sul nostro giornale, il governatore della Puglia vorrebbe un’accettazione unanime soft del suo partito e vorrebbe riuscire a convincere Stefano a ripensarci e a tornare in campo per la poltrona di sindaco di Lecce, ma senza prendersi la responsabilità diretta di questa candidatura (sarebbe un velenosissimo boomerang in caso di sconfitta). Il senatore, però, si concentra sul livello nazionale: c’è un progetto che coinvolge tante personalità politiche che cercano una strada alternativa al renzismo, sonoramente bacchettato nello scorso referendum costituzionale. “Dobbiamo essere contro i populismi e le destre, ma anche alternativi al PD. La politica si sta dequalificando lasciando spazio al vociare contro. Il Paese è in grande confusione”- spiega Tabacci, che affonda il Jobs act, la legge elettorale e tanti “gravi errori” del renzismo.
In un momento in cui il ceto medio e i poveri si impoveriscono sempre di più, mentre autorevoli economisti ci spiegano che le risorse mondiali si concentrano sempre in meno mani, per i partecipanti all’incontro leccese, c’è bisogno di sinistra vera e progressista. Istruzione, lavoro, speranze e futuro per i giovani: c’è una sinistra che dice di no alle ricette di Renzi “per scegliere una strada diversa e con programmi incentrati sui bisogni degli ultimi”. Non è così strano che ci sia Bruno Tabacci, che è un moderato così tanto a sinistra che è stato perfino supportato da una lista che si chiamava “Marxisti per Tabacci”. Dario Stefano è l’organizzazione di un incontro della sinistra che vuole dare un’alternativa a Renzi, senza per forza essere sua nemica. Il giudizio politico sull’agenda di Renzi dato con il referendum, però, secondo i promotori dell’iniziativa, non si può ignorare.
“I livelli di impoverimento e disuguaglianza nel nostro paese continuano a crescere. L’Italia è fuori gioco. I voucher sono un grande fallimento” – tuona Zedda, un sindaco giovane metropolitano di Cagliari, che ha voglia di rifondare la sinistra. “Dobbiamo cercare di mettere insieme le buone pratiche – spiega Pisapia – Le migliori risposte che sono state date nei quartieri e nelle città possono essere applicate all’Italia. Voglio mettermi al servizio di questo progetto”. Il sindaco di Bari e presidente dell’Anci, Antonio Decaro, nel suo intervento spiega che il fenomeno migratorio si può governare diversamente, smistando pochi immigrati in ogni città: glissa sulle critiche alla sua corrente. La chiusura dell’incontro è tutta di Emiliano. “Hai dimostrato capacità di cambiamento e hai contribuito alla mia vittoria con le primarie e appoggiandomi dopo – dice il governatore rivolto a Stefano – Qui, il centrosinistra, quello del compagno Tabacci, fino alla sinistra, c’è sempre stato: abbiamo governato la Regione con successo”.
Poi, il governatore lancia l’affondo sui fallimenti di Renzi, che hanno costretto il premier alle dimissioni. “Non possiamo fare finta che non sia successo nulla. Il Pd è in profonda crisi: non si sa più da che parte sta. La sinistra, con il referendum, è stata sommersa dal dissenso del popolo italiano. I progressisti devono interrogare il Pd e chiedergli se è il partito dei petrolieri e dei banchieri o se è il partito degli ultimi”. Il presidente della Regione Puglia lancia un nuovo attacco a Renzi, proprio mentre si avvicinano le elezioni della segreteria nazionale: non è un caso. Qualcuno lo immagina come potenziale alternativa a Renzi per la guida del Pd. C’è una parte dei democratici pronta alla resa dei conti: c’è chi vuole lasciarsi alle spalle il renzismo per un’alternativa progressista e di sinistra.
Gaetano Gorgoni