LECCE – Nei giorni scorsi il Corrieresalentino.it ha dato in anticipo la notizia sulla bocciatura dell’ emendamento Palese: era una delle poche speranze rimaste a cui si stavano aggrappando i vertici universitari salentini per recuperare i soldi necessari a manutenzioni e nuovi laboratori. Lo avevamo spiegato più volte che quella richiesta di proroga aveva poche possibilità di essere accettata: è andata come nelle previsioni. Il governo, per non creare pericolosi precedenti, ha voluto negare la possibilità di una proroga a quelle amministrazioni che non si sono impegnate a spendere le risorse assegnate nei tempi previsti. Siamo tornati più volte sulla vicenda spiegando che l’ex rettore Laforgia aveva predisposto tutto per ottenere quei fondi, ma che una volta cambiato il vertice Unisalento si è verificato più di qualche intoppo (c’è chi se la prende col nuovo codice degli appalti e chi con altre questioni burocratiche). Non è un segreto, però, che molti oppositori dei laforgiani puntavano a ridimensionare le politiche edilizie dell’ex rettore. C’erano visioni contrastanti, titubanze.
Oggi, però, non contano i dibattiti del passato: conta il fatto che molte strutture rischiano di non poter essere riqualificate. Gli studenti della Link, dopo diversi giorni, hanno deciso di intervenire duramente. Naturalmente, siccome il rettore Zara spera ancora che il governo si ravveda e le risorse siano riassegnate (ma in quel caso si tratterebbe di un nuovo iter), non essendoci comunicati ufficiali al riguardo, buona parte della stampa locale tace. In realtà, l’ultima occasione per ottenere quelle risorse era l’emendanento Palese: la riassegnazione è un’altra storia.
“È definitivo, oramai, considerata la bocciatura dell’emendamento Palese, avvenuta il 10 febbraio, da parte della Camera dei Deputati, che l’Università del Salento non potrà usufruire dei 49 milioni previsti dal Piano per il Sud, ottenuti e mai impiegati dal nostro Ateneo – spiegano dalla Link – La mancata assunzione, infatti, degli obblighi giuridicamente vincolanti da parte dell’Università del Salento, ossia l’assegnazione definitiva dei lavori alle ditte costruttrici, entro il 31 dicembre 2016, ha comportato la revoca definitiva dei fondi inizialmente stanziati. Tali fondi, 14 milioni solo di ristrutturazioni, sarebbero serviti a realizzare e ristrutturare, tra gli altri, degli edifici di fondamentale importanza per gli studenti: sarebbero stati oggetto di ristrutturazione il Codacci – Pisanelli; il Buon Pastore; l’ex Edificio Inapli e l’Istituto Garibaldi; mentre si sarebbero dovuti realizzare nuovi laboratori didattici e una nuova biblioteca nel campus di Ecotekne ed una ulteriore biblioteca (Studium 4) nel polo urbano. La costruzione dei nuovi edifici e la ristrutturazione dei vecchi avrebbero ridato al nostro Ateneo un volto nuovo e consentito agli studenti di usufruire di nuovi spazi strategici”.
L’elenco delle tante occasioni perse lo abbiamo pubblicato tempo addietro sul nostro giornale: insieme alle cose non fatte, c’è il lavoro non assegnato a tante ditte locali, che in un periodo di crisi avrebbero respirato una boccata d’ossigeno. “Inutile sottolineare la gravità di tale situazione, poichè aver perso un’occasione simile significa per noi studenti continuare a confrontarci quotidianamente con una realtà universitaria in cui le biblioteche in città e i laboratori sono ridotti al minimo, nella quale molti plessi si trovano in condizioni fatiscenti e inadeguate ad ospitare l’attività didattica – continuano i rappresentanti della Link – È paradossale infatti la volontà politica del Rettore e di tutto il suo entourage di non usufruire dei fondi che avrebbero eliminato quasi del tutto le carenze strutturali e le barriere architettoniche del nostro ateneo, tenuto conto che in questo modo la nuova offerta formativa (Dams, Viticoltura e Filiera Turistica) prevista per il nuovo anno accademico partirà già depotenziata”.
“Questa vicenda – dichiara Pantaleo Sergio, Consigliere d’Amministrazione di Link Lecce – è sintomatica dell’attenzione che questa amministrazione ha riservato agli studenti, tanto che si è rinunciato a realizzare degli interventi fondamentali, costringendo la popolazione studentesca a continuare a studiare in luoghi cadenti e obsoleti, come l’edificio Codacci Pisanelli o il Buon Pastore, che non saranno più ristrutturati. Inoltre, sarebbe stata una grossa opportunità il recupero dell’Istituto Garibaldi, ora in stato di abbandono, che avrebbe consentito all’Università di assumere quel ruolo sociale di impulso all’accesso ai saperi, rivolto alla cittadinanza tutta, in connessione con le esigenze del territorio”. “Oltre ai problemi legati agli spazi, si aggiungono i danni provocati a livello finanziario. Infatti la perdita dei 49 milioni mette in seria discussione la sostenibilità del nostro bilancio, già abbastanza precario e ridotto all’osso. Per tale motivo abbiamo presentato un’interrogazione in Senato Accademico – dichiara Maria Pia De Medici, senatrice accademica di Link Lecce – perché crediamo che gli studenti e l’intera comunità accademica debbano ricevere dal Magnifico Rettore, Prof. Vincenzo Zara, maggiori spiegazioni riguardo a questo probabile dissesto finanziario e come mai si sia arrivati coscientemente a questa situazione”.
Garcin