BARI – “Non ho alcuna intenzione di smettere di fare Presidente Puglia, farò come il sindaco di Firenze che divenne segretario😜”. Il tweet di Michele Emiliano, con emoticon annesso, la dice lunga sulla sfida lanciata all’ex premier per un partito diverso, che potrebbe rinascere dalle ceneri del referendum costituzionale. Di fronte alle telecamere di Sky il governatore della Puglia ribadisce il concetto: il Pd si salva dalle scissioni che aleggiano nei pensieri dei dissidenti solo con un congresso. La moral suasion di Michele Emiliano va avanti senza sosta e senza feste che possano interrompere il pressing nei confronti degli avvelenatissimi vertici renziani. Qualcuno prova a suggerirgli di pensare alla Puglia, ma lui ribatte con fermezza che anche Renzi ha ricoperto due ruoli che in fondo sono compatibili.
Emiliano vuole un Pd con un’identità chiara di centrosinistra, con un po’ meno Marchionne e Verdini e più Landini, Pisapia e altri, tanto per fare degli esempi citando alcune personalità di riferimento. “Questo è diventato il Pd dei banchieri e dei petrolieri: dobbiamo tornare a stare dalla parte degli ultimi” – ribadisce di fronte alle telecamere nazionali (cosa che aveva già detto nell’incontro leccese con Pisapia). Il governatore della Puglia boccia tutta la linea Renzi, dalle politiche per il sud alle riforme neoliberiste (come il Jobs act, che si è trasformato nel festival dei voucher, non prima di aver neutralizzato l’articolo 18 dello Statuto dei Lavoratori) o, comunque, “poco funzionanti”. Le parole taglienti e le bacchettate all’ex premier fanno adirare la viceministra Teresa Bellanova e tutti i renziani pugliesi. “Ferisce il modo con cui il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, riproponendo anche oggi dagli schermi televisivi la sua autocandidatura a segretario nazionale, definisca il Pd come il partito di banchieri e petrolieri piuttosto che una comunità politica appassionata e responsabile” – tuona la viceministra dello Sviluppo Economico. Per Elena Gentile, che chiede a che punto sia la tanto sbandierata “Sagra del Programma”, “la misura è colma”. L’opposizione alla segreteria pugliese affila le armi.
Intanto, l’opposizione nel Consiglio regionale pugliese parte all’attacco: “Non avevamo dubbi che Emiliano qualora eletto segretario nazionale del Pd non avrebbe lasciato né il ruolo di presidente della Regione, né si sarebbe dimesso dalla magistratura! – tuona il capogruppo CoR, Ignazio Zullo – L’accumulare incarichi, ruoli, nomine, deleghe assessorili è per Emiliano la prerogativa del governare. Da sindaco di Bari riuscì ad accumularne fino a una decina e ad essere dotato del dono dell’ubiquità essere in ogni luogo e in ogni dove. Da presidente della Regione fa esattamente la stessa cosa: stamattina è passato dalle telecamere di Sky, in un noto albergo cittadino al centro di Bari, a un noto bar a meno di 100 metri per ricevere i suoi fedelissimi piazzati ai vertici delle società regionali.
È passato da sferrare un attacco a Renzi a gestire le emergenze pugliesi parlandone con i responsabili il tempo di un caffè. I risultati sono sotto gli occhi di tutti la Puglia ha fra le peggiori sanità italiane, una gestione rifiuti ingovernabile, un welfare fatto solo di annunci, la Xylella che avanza, una maggioranza di centrosinistra spaccata ma per Emiliano – “uno e trino” – fare carriera politica e’ la vera missione che si è dato come obiettivo”.
Il governatore non replica direttamente alle accuse, ma dallo staff fanno sapere che fatti e numeri smentiranno le opposizioni. “Il Pd deve tornare ad essere un partito che costruisce comunità” – spiega il governatore. La sfida del partito è importante, perché i democratici sono la forza che attualmente governa l’Italia: secondo Michele Emiliano, quindi, è necessario più sud nell’agenda di questo Pd e, soprattutto, più democrazia.
Gaetano Gorgoni