TRICASE (Lecce) – Palpeggiò e baciò una tredicenne contro la sua volontà, dopo averla portata in campagna con la scusa di fare un giretto in Vespa. Per lui, dopo la condanna penale, è giunto anche il “conto” della giustizia civile: risarcirà la giovane vittima, oggi 22enne, con oltre seimila e cinquecento euro. Una “miseria”, se paragonata agli intensi stati di ansia e stress che la ragazzina manifestò nei sei mesi successivi a quell’episodio, prima di riuscire a superare quel trauma.
La condanna di risarcimento è stata emessa dal giudice Viviana Mele, del Tribunale civile di Lecce, nei confronti di P.B., un uomo di mezza età residente nella zona di Tricase, già condannato – con sentenza passata in giudicato – alla pena di un anno, un mese e dieci giorni di reclusione, con l’accusa di violenza sessuale aggravata su minori.
Alla giovane vittima, che alla data dei fatti aveva appena 13 anni, a distanza di quasi nove anni da quei fatti, il giudice ha riconosciuto il risarcimento per quei sei mesi “da incubo”, carichi d’ansia ed orrendi ricordi, che seguirono i palpeggiamenti ed i baci che fu costretta a subìre.
I fatti risalgono al 16 marzo 2008, quando P.B. convinse la ragazzina a salire in sella alla sua Vespa, per fare un giro insieme. La minorenne – che di quell’uomo si fidava – non poteva immaginare a cosa stesse andando incontro: l’“amico” più grande che l’aveva invitata a fare un giretto sul motorino, in realtà, voleva abusare sessualmente di lei.
Giunti in una zona di campagna e dunque lontani da occhi indiscreti, infatti, P.B. si trasformò in “orco” ed allungò le mani sui glutei della tredicenne, baciandola sul collo e palpeggiandola. Quegli abusi non restarono avvolti dal silenzio. La ragazzina, infatti, tornata a casa, trovò il coraggio di raccontare ai genitori quella terribile esperienza nei campi. Parole che poi confluirono in una denuncia, sfociando infine nel processo penale che sei anni fa si è concluso con la condanna dell’amico-molestatore.
Pur non avendo fortunatamente riportato alcun danno permanente, la tredicenne – come evidenziato dal ctu nell’ambito del procedimento civile – in seguito agli abusi sessuali subìti, come detto, manifestò intensi stati d’ansia e di stress, che si protrassero per i sei mesi successivi e che, comunque, riuscì a superare senza ricorrere all’uso di psicofarmaci o a consulenze psichiatriche. Sei mesi da “incubo” e di brutti sogni, per i quali il giudice ha riconosciuto alla giovane vittima, che era assistita dall’avvocato Filomena Chiarello, un risarcimento di seimila e 600 euro oltre interessi.
C.T.