OTRANTO – Ci sono voluti nove anni, ma ora il grande progetto del porto turistico è possibile. La Regione dovrà rilasciare la concessione demaniale cinquantennale, che è il titolo per edificare: la società Condotte d’Acqua spa si candiderà al contributo regionale sul Pia turismo (potrebbe ottenere fino al 25 per cento dell’investimento). La Soprintendenza è stata il più grosso ostacolo da superare e ancora la battaglia è aperta su altre questioni. Per chiudere i lavori del porto turistico ci vogliono fino a tre anni: uniti ai nove anni di iter burocratico fanno 12. Tempi insostenibili in un’Italia in cui le risposte sulle opere pubbliche sono spesso queste. La delibera della Presidenza Consiglio dei Ministri del 2014 ha liberato Otranto dal limbo della infinita burocrazia italiota, che non sa decidere in tempi brevi con un sì o con un no definitivo. Nel frattempo il porto è stato infrastrutturato dal Comune con fondi comunitari: 250 posti barca su 500 domande pervenute, tutto gestito nella baia portuale.
La Soprintendenza chiede di smontare dopo il periodo di fruizione: un costo che dovrebbe sostere la collettività di 800 mila euro all’anno, solo per fare queste operazioni di smontaggio. In questo caso sarebbe operativo un cantiere di 4 mesi: oltre al costo di incidenza paesaggististica, ci sarebbe un costo per un inutile smontaggio. Anche in questo caso si è aperta una nuova guerra nei tribunali, come se quelle precedenti non fossero bastate. Il Comune di Otranto ha continuato sulla strada dell’infrastrutturazione: sono stati presentati dei progetti per la banchina portuale commerciale e per il trasporto passeggeri (minicrociere e aliscafo, con circa 250 passeggeri, per collegare Otranto alla Grecia e all’Albania).
“C’è una visione di sviluppo territoriale: si punta al turismo di lusso, valorizzando anche i parchi naturali, recuperando monumenti come il Castello, l’ex Convento Cappuccini, Torre Matta e costituendo un’area marina protetta” – spiega Luciano Cariddi, sindaco di Otranto. Poi, c’è la parte dell’intrattenimento e delle strutture balneari. Il Twiga ha fatto discutere molto: il marchio di Briatore partirà nella prossima stagione: tutto autorizzato. I titolari sono Mimmo De Santis, amministratore e comproprietario di Serra Alimini 1, Luigi De Santis (FLG Invest Srl), Vincenzo Pozzi (ex presidente Anas), Emanuele Moscara e Gabriele Sticchi, questi ultimi due proprietari del Maestrale. Per il Twiga è previsto un accesso al mare: libera fruizione pubblica su tutta la fascia antistante. L’area agricola viene predisposta per parcheggi, impianti, area attrezzata con ombrelloni, tutto precario, riconvertibile e senza cemento.
Intanto, le elezioni si avvicinano e una meta turistica così ambita fa molta gola a tutti. Le carte si sono rimischiate: Cariddi ha perso il sostegno della sua vice (Lavinia Puzzovio, vicina a Stefano) e nascono strane alleanze. La maggioranza uscente schiera il fratello del sindaco, Pierpaolo Cariddi, sottenuto da una parte del Pd, Udc e varie liste. Inedito lo schieramento avversario, con una compagine dove spiccano alcuni personaggi che di solito sono su fronti totalmente opposti. Il senatore Dario Stefano, impegnato a livello nazionale a fondare una nuova sinistra purista, si ritrova inconsapevolmente al fianco di Raffaele Fitto e del senatore Francesco Bruni, grandi detrattori del Patto del Nazareno. In realtà più che di un’alleanza si tratta di una convergenza su di un candidato comune: non si sa ancora se le posizioni resteranno queste. “Non ho mai parlato con Stefano e nemmeno Fitto”- spiega il senatore Bruni. Eppure il sindaco Cariddi sostiene che l’alleanza tra vertici di Direzione Italia e Stefano sia in piedi. Nelle piccole comunità succede spesso che si formino strane alleanze, senza chiari accordi: il centrodestra, insieme a una parte del Pd (l’ala renziana rappresenta dalla vicesidaca Puzzovio) e alla sinistra di Dario Stefano si ritrovano su Luca Bruni, figlio e nipote di ex sindaci. Il Movimento 5 Stelle non dovrebbe presentare una sua lista: sembra che non ci sia ancora un meetup ufficiale di riferimento. La partita è aperta, mentre Otranto cresce.
Gaetano Gorgoni