TREPUZZI (Lecce) – “Rifiuti tombati nel recinto della ditta Omfesa”. E scatta l’inchiesta. Una segnalazione in Procura ha dato il via agli accertamenti. E’ stato il sindaco di Trepuzzi Giuseppe Taurino a presentarsi in Procura. Ha depositato uno scritto di poche righe dopo aver raccolto alcune voci in paese. Il procuratore aggiunto Elsa Valeria Mignone ha trattenuto il fascicolo sulla propria scrivania e ha aperto un’inchiesta. Come primo step ha delegato i carabinieri del Noe (Nucleo operativo ecologico di Lecce) di avviare i carotaggi all’interno dell’azienda. Gli accertamenti potrebbero scattare nei prossimi giorni. Il primo cittadino ha sollecitato accertamenti urgenti per appurare un presunto interramento di rifiuti pericolosi e di scarti industriali nel recinto della ditta. Il sindaco ha raccolto alcune voci che circolavano da tempo in paese in particolare tra alcuni ex operai della ditta. Le informazioni sono state raccolte, messe nero su bianco e girate agli inquirenti.
Da quel che si sa, i rifiuti sarebbero stati anche cementificati senza procedere ad un regolare smaltimento. “Ho voluto interpellare la magistratura”, spiega il sindaco”per consentire un accurato monitoraggio in tempi brevi e salvaguardare la cittadinanza”. Il procuratore aggiunto, a capo del pool di magistrati da anni in prima linea nella lotta per la tutela dell’ambiente, ha consegnato una delega d’indagine ai carabinieri del Noe guidati dal tenente colonnello Nicola Candido. Gli scavi interesserebbero il perimetro dell’azienda. Ovviamente la Procura potrebbe coinvolgere anche l’Arpa per monitorare eventuali contaminazioni della falda acquifera. Nelle immediate vicinanze sorgono alcune abitazioni e il timore è che un’eventuale presenza di rifiuti possa provocare danni per la salute di decine e decine di cittadini. E’ lecito ritenere che gli investigatori decidano di disporre l’ascolto di persone informate dei fatti.
Allo stato, in attesa degli accertamenti dei carabinieri del Noe, le voci circolate in paese potrebbero rappresentare una sorta di “vendetta” di qualcuno dopo la chiusura della ditta. La società metalmeccanica, per anni ha rappresentato un modello di economia da esportare, ha poi subìto un declino trasformandosi in un dramma occupazionale. Attualmente la ditta è impegnata nello smantellamento della struttura dopo il fallimento. Di certo l’emergenza inquinamento nel Salento ciclicamente propone casi su cui la Procura accende un faro. Il più scottante riguarda l’interramento di scarti e di rifiuti industriali nella discarica di Burgesi a Ugento. Una vicenda tornata di stringente attualità nei mesi scorsi dopo la richiesta della Procura (accolta dal gip) di archiviare il procedimento su 600 fusti interrati nella cava dismessa così come raccontato dall’imprenditore Gianluigi Rosafio.
Francesco Oliva