LECCE – Soldi e macchinari spariti dopo il fallimento. Carmelo Cargiulo, imprenditore leccese di 61 anni, è stato così condannato a tre anni di reclusione con le accuse di bancarotta documentale e dì fraudolenta. L’imputato è stato ritenuto responsabile del fallimento della società Debel srl (specializzata nella vendita all’ingrosso e al dettaglio di bevande) con sede a Tiggiano. La sentenza è stata emessa dai giudici della prima sezione penale (Francesca Mariano) che hanno abbassato di 6 mesi la richiesta di condanna invocata dal pubblico ministero di udienza Paola Guglielmi.
Le indagini sono state coordinate dal sostituto procuratore Giovanni Gagliotta. La ditta venne dichiarata fallita nel febbraio del 2010. Gli accertamenti del curatore Antonio Benegiamo avrebbero documentato un giro di soldi e di documentazione spariti. L’imputato avrebbe distrutto tutti i libri e le scritture contabili rendendo impossibile la ricostruzione del patrimonio e del movimento degli affari dell’impresa con un danno arrecato ai creditori. L’imprenditore, inoltre, si sarebbe impossessato di una serie di beni dell’impresa per un valore di 15mila euro tra automezzi, macchine elettroniche e software.
In sede di discussione, l’avvocato Maria Scardia ha sottolineato come l’imprenditore sia subentrato nel controllo della ditta credendo che l’azienda fosse ben avviata; inoltre, le responsabilità sull’effettiva situazione economica si sarebbero dovute contestare anche ad altre figure professionali demandate alla gestione dei conti. Non appena verranno depositate le motivazioni, la difesa impugnerà la sentenza in Appello.
F.Oli.