MELENDUGNO (Lecce) – Arrivano le prime reazioni al via libera del Consiglio di Stato per la realizzazione del Tap, il gasdotto dell’Adriatico, che ha respinto gli appelli proposti contro la sentenza del Tar dalla Regione Puglia e dal Comune di Melendugno.
“Arrivata questa sera una sentenza del consiglio di stato sul gasdotto Tap. Incredibilmente colpito per l’efficienza e la velocità dell’organismo di giustizia amministrativa (a soli 18 giorni dalla discussione!) – scrive il sindaco di Melendugno Marco Potì sul suo profilo facebook – ritengo con certezza che essa non influenza la situazione di blocco dell’espianto e spostamento dei (primi) 211 ulivi di San Foca. Riguarda vecchie questioni, su cui peraltro riteniamo siano state commesse molte forzature. Tap ha presentato un (nuovo) progetto esecutivo del macrotunnel sotto la campagna, la pineta, la duna, la spiaggia ed il mare di San Basilio, che è in istruttoria per verificare se deve essere sottoposta a nuova verifica di impatto ambientale. Gli ulivi possono continuare a restare nella terra dove sono cresciuti, fino a quando non si chiarirà se questo incredibile macrotunnel può essere realizzato o no!).
“Ritardi, lassismi e bugie che portano con chiarezza la firma di Vendola. Era già tutto previsto e non siamo sorpresi dal disco verde del Consiglio di Stato alla Tap”. Così Paolo Pagliaro, dell’ufficio di presidenza di Forza Italia. “Oggi -aggiunge- dobbiamo ringraziare chi ha fatto il finto tonto negli anni, arrivando persino a concludere l’accordo per l’approdo del gasdotto a Melendugno. Emiliano si è svegliato troppo tardi, a giochi fatti, sapendo perfettamente che sarebbe stato impossibile modificare il punto di approdo. Così come chi lo ha preceduto sapeva bene che la soluzione migliore sarebbe stata quella brindisina, senza deturpare decine di chilometri di territorio con una tra le più belle coste al mondo. Ma Vendola aveva deciso -conclude Pagliaro- e noi lo avevamo detto in tempi non sospetti. Il tempo è galantuomo, ma il Salento paga ancora per una politica sorda e orientata a interessi diversi da quelli della comunità”.
“Pur rispettando il pronunciamento del Consiglio di Stato – dichiara il consigliere regionale PD Ernesto Abaterusso – crediamo sia doveroso ricordare ancora una volta come il progetto del gasdotto sia qualcosa che va contro la volontà delle popolazioni locali e i reali benefici per il Salento e per la Puglia.
Di fronte alla battaglia che da tempi i cittadini e i sindaci della zona stanno conducendo contro la costruzione di questa infrastruttura e che trova tutto il nostro appoggio, credo sia doveroso ricordare che solo la volontà politica può far sì che si trovi a stretto giro una soluzione alternativa all’approdo di quest’opera facendolo arrivare magari in una zona più adeguata, industriale, proprio come propone da tempo il Presidente Emiliano. Interesse che, ci teniamo a sottolinearlo, è stato già manifestato da alcune città che hanno dato l’autorizzazione e la piena disponibilità per l’approdo del gasdotto. Di fronte alla minaccia che sta subendo un intero territorio e con esso il suo inestimabile patrimonio paesaggistico non si può restare in silenzio. Occorre passare dalle parole ai fatti e lavorare affinché il Governo e le forze politiche che lo sostengono facciano di tutto per bloccare l’iter – e con esso gli espianti degli ulivi e il cantiere – e indichino una localizzazione alternativa all’approdo del gasdotto. Ci chiediamo: si avrà mai il coraggio di compiere un atto simile? Dovendo essere ragionevoli, spiace dover constatare che ad oggi non si intravede alcun ripensamento da parte del Governo. Lo abbiano a mente i cittadini…”