LECCE – Alessandro Delli Noci, ingegnere gestionale specializzato in programmi di innovazione e ricerca nel settore ICT, per tre anni presidente di “Officine Cantelmo Lecce città universitaria” ed inoltre ex assessore all’innovazione tecnologica, politiche comunitarie, politiche giovanili, politiche per il lavoro e formazione professionale del Comune di Lecce, nonché coordinatore ANCI per l’Agenda Digitale Italiana.
Questo in breve il ritratto del giovane assessore che “sogna un cambiamento radicale della società, che parta dal basso e coinvolga tutto, sistemi, relazioni, progetti, mentalità” e che abbiamo incontrato nel suo comitato elettorale di Piazzetta Santa Chiara. La prima domanda che gli abbiamo posto riguarda la sua candidatura, per la quale è stato tacciato d’irresponsabilità quando si è dimesso da assessore, sbattendo la porta e lasciando i suoi compagni di strada dopo quattro anni di governo della città, e la sua visione dell’essere candidato alla carica di Sindaco.
“Innanzitutto non ho sbattuto la porta, è successo che non ho più condiviso la mancanza di un progetto di città, essendoci solo la concertazione tra i maggiorenti di questa città. La mancanza di questa visione, che muove la mia attività di ingegnere e di progettista, mi ha spinto a prendere questo bagaglio di innovazione, che ho portato all’interno dell’amministrazione, e fare una deviazione per costruire un progetto diverso. Stando all’interno, ho cercato di modificare il sistema amministrativo, oggi ho la consapevolezza che questo sistema, vista anche la spinta forte che c’è dietro la mia candidatura, va rotto e va costruito un nuovo modello di amministrazione, più trasparente, più moderna, più contemporanea in buona sostanza, al passo con i tempi”.
Da assessore all’innovazione ha avviato un forte processo di cambiamento, da Sindaco, nel caso venisse eletto, quale progetto per Lecce ha disegnato ed a che punto è lo stato dell’arte?
“Lecce oggi deve fare un salto di qualità, deve mettere l’innovazione alla base di tutti i suoi processi. Deve essere lo strumento per ottimizzare tutte le risorse e generare possibilità di lavoro. Il più grande generatore di lavoro degli ultimi anni è stato rappresentato dalla rete e, dall’analisi di questo dato, bisogna pensare ad un modo moderno di governare la città, fatto di partenariato pubblico e privato; fatto non solo da grandi imprese ed amministrazione ma anche con tutti i cittadini che vogliono trovare in chi amministra un interlocutore valido. Da una piccola sperimentazione con il lavoro fatto dal mio assessorato e che abbiamo dimostrato essere funzionante dobbiamo far diventare la sperimentazione una normale prassi in tutta l’attività dell’ente. Se vogliamo essere competitivi, sul panorama nazionale ed internazionale, soprattutto nel settore turistico, dobbiamo osare, il nostro progetto guarda al futuro e, insieme ad un esercito di amici che hanno messo la faccia e sostengono la mia candidatura, vogliamo costruire una Lecce diversa”.
Banco di prova di ogni amministrazione eventualmente eletta, sono i primi 100 giorni di governo abbiamo chiesto all’ingegner Delli Noci quali saranno le priorità dei suoi.
“Faremo prima le cose più urgenti, partendo anche dalle banalità, paradossalmente. Ho il vantaggio di conoscere dall’interno la situazione, quindi so bene dove metter mani e come ripartire nel caso in cui venissi eletto, poi avvieremo lavori a medio e lungo termine fra cui una riorganizzazione amministrativa dell’ente, pianificazione turistica, culturale e strategica per una nuova visione di città. Progetto a lungo termine questo, che ci può portare a negoziare importanti risorse dalla Regione Puglia. Ad oggi La Regione non opera, come dice qualche candidato, a bandi ma, per città come Lecce, si muove con procedure negoziali analizzando progetti considerati strategici che vengono finanziati in quanto considerati di sviluppo per il territorio. Noi partiremo con entrambi i binari, dando priorità alle cose più impellenti; tanto per citarne una, visto che si voterà a giugno, la programmazione della stagione estiva”.
Oronzo Perlangeli