LECCE – Si chiude con due condanne e un’assoluzione il processo sull’inchiesta per l’attentato ai danni del negozio “Sogni” in cui perse la vita il giovane leccese Michele De Matteis la notte tra l’1 e il 2 agosto del 2011. Il giudice monocratico Maddalena Torelli ha inflitto 5 anni e 5 mesi a Giampiero Schipa, 48enne di Lecce; già proprietario dell’esercizio commerciale, a fronte di una richiesta di 4 anni e 4 mesi invocata dal sostituto procuratore della Dda Guglielmo Cataldi; 4 anni e 5 mesi per Gennaro De Angelis, 66enne, di Taranto, titolare del negozio, considerato dagli inquirenti un prestanome (3 anni e 10 mesi). I due imputati (difesi rispettivamente dagli avvocati Giancarlo Dei Lazzaretti e Amilcare Tana) sono stati interdetti dai pubblici uffici per cinque anni. L’accusa nei loro confronti era di frode assicurativa, incendio doloso e morte come conseguenza di altro delitto. E’ stata assolta da tutte le accuse per non aver commesso il fatto Maria Speranza Bianco, 40enne di Surbo, (difesa dall’avvocato Cosimo Rampino), ex convivente di Schipa. Assolto dall’accusa di morte come conseguenza di altro reato anche De Angelis. “Nessuna sentenza potrà restituirci nostro figlio e compensare il nostro dolore”, commentano i genitori di De Matteis attraverso il proprio legale Francesco Cannoletta. “Non avremo più la gioia di vedere nostro figlio come lui non potrà più crescere la sua figlioletta”. Padre e madre del 32enne sono stati sempre presenti in aula. Hanno seguito tutte le udienze onorando fino alla fine la memoria del figlio con molta sofferenza ripercorrendo le dinamiche del processo.
Le indagini hanno fatto luce su un episodio che, almeno inizialmente, rilanciò l’ipotesi di un’azione eclatante della malavita nella gestione del racket. Il prosieguo delle indagini ha, invece, svelato un altro scenario. De Matteis sarebbe stato prezzolato per compiere un attentato ai danni del negozio per intascare i soldi dell’assicurazione che sarebbero serviti a De Angelis per pagare un debito contratto con Schipa. De Matteis si infilò nello scantinato sottostante al locale. Il liquido infiammabile, però evaporò saturando gli ambienti e innescando la miccia del fuoco. Il giovane morì sul colpo e solo per puro miracolo non si registrarono altre vittime. La deflagrazione provocò comunque danni anche ai negozi e agli studi vicini e ad alcune auto parcheggiate.
Gli odierni imputati vennero arrestati con un’ordinanza di custodia cautelare firmata dall’allora gip Nicola Lariccia. La Bianco venne scarcerata dal Tribunale del Riesame per mancanza dei gravi indizi di colpevolezza accogliendo di fatto il ricorso della difesa. In attesa del deposito delle motivazioni, previste per i prossimi 90 giorni, è ragionevole supporre che il giudice abbia condiviso la tesi del Riesame. Le indagini, attraverso testimonianze chiave, fecero luce su un rapporto di conoscenza e di amicizia tra la vittima e gli allora coniugi Schipa, dando così vigore all’ipotesi dell’attentato accordato. Il quadro indiziario, nel corso di una lunga istruttoria, è stato ulteriormente irrobustito dalle dichiarazioni dal pentito leccese Gioele Greco rilasciate nel corso della sua collaborazione agli inquirenti poi confermate in videoconferenza nei mesi scorsi. Il collaboratore ha raccontato di essere stato avvicinato più volte da De Matteis per incendiare il negozio affinchè Schipa potesse intascare l’indennizzo assicurativo. E, mentre era ancora in attesa delle indicazioni su come muoversi, quella mattina di metà estate Greco fu informato che il cadavere di De Matteis era stato ritrovato sepolto sotto le macerie del negozio, tra macerie e danni agli altri stabili.
Il giudice ha infatti disposto una provvisionale per le parti civili: 30mila euro per la società immobiliare “Alpa” con l’avvocato Carlo Sariconi; 50mila euro per il negozio “Mister Jam” con il legale Cristian Gnoni; 30mila per il negozio “Sorelle di Lecce” con l’avvocato Giuseppe Gravili; 15mila euro per lo studio professionale di Isabella Micaglio assistita dal penalista Cosimo Ruppi; 2mila euro per lo studio dell’avvocato Michele Palazzo (rappresentato dall’avvocato Filippo Orlando); 50mila euro per Ennio De Leo e due suoi stretti familiari tramite l’avvocato Massimo Manfreda; 1500 euro in favore della compagnia assicurativa Allianz che aveva chiesto un maxi risarcimento di un milione di euro con l’avvocato Silvio Caroli.
F.Oli.