CASARANO – Continua a far parlare tutta l’Italia il servizio delle Iene sul caso di un giovane salentino che sarebbe stato esorcizzato perché gay. Nelle immagini della celebre trasmissione televisiva si vede il prete del paese, a cui si è rivolta la famiglia del ragazzo, che, una volta incontrato Stefano, pronuncia delle frasi che sembrano un esorcismo. La Chiesa sta appurando quanto accaduto: Papa Francesco si è espresso di recente sulla questione dell’omosessualità con parole di tolleranza e rispetto. Secondo la sorella del giovane, invece, le Iene hanno voluto fare lo show, senza che ci fosse nulla di concretamente discriminatorio nei confronti del ragazzo né un ambiente ostile: in un comunicato vergato dalla sorella del protagonista di questa storia (assistita dall’avvocata Maria Greco) si mette in dubbio la veridicità del servizio andato in onda su Italia 1.
«Desta sgomento e profondo rammarico il servizio delle Iene andato in onda domenica scorsa inerente un presunto caso di un ragazzo esorcizzato da un sacerdote perché gay. La trasmissione ha gettato un’ondata di negatività sulla Chiesa – e forse quello era l’unico scopo- e sulla famiglia di Billy (Stefano), colpevole a detta di quest’ultimo di averlo spedito dal prete esorcista, travisando completamente il reale accadimento degli eventi. Diventa pertanto doveroso da parte della sorella, tirata in causa dal servizio televisivo, esplicare la verità dei fatti: Stefano è il quarto figlio, in ordine cronologico, di una famiglia di ceto medio che vive dignitosamente nel proprio ‘Paesello’, famiglia legata ai valori ed alle tradizioni, in particolare quelli religiosi, ma anche culturalmente aperta; ogni figlio, infatti, ha frequentato per anni furoi l’università. Lo stesso Stefano vive, grazie al sostegno dei genitori per anni a Torino dove si laurea frquentando un’istituto privato.
Il ragazzo frequenta sin da ragazzino gli ambienti ecclesiastici e manco a dirlo nello stesso ambiente conosce la sua prima fidanzata che le resta accanto per circa 4 anni, succede alla predetta una nuova fiamma, anch’essa ragazza, con la quale si trasferisce a Torino per motivi di studio dove convive per un paio d’anni. A fare da contraltare a tutto ciò, due anni orsono, dalla notte all’alba, tutti i familiari di Stefano e la stessa fidanzata vengono a conoscenza che Stefano è innamorato e fidanzato con un ragazzo; una seconda vita parallella di cui lui non aveva mai parlato. Tutto ciò sgomenta la famiglia, i parenti e gli amici “nessuno avrebbe mai lontanamente immaginato una svolta così sconvolgente, tanto repentina e tanto alternativa” mai palesata neppure alla ragazza con cui aveva convissuto.
Da lì inizia la storia, secondo ‘Le Iene’, ovviamente, chiunque ne sarebbe rimasto quantomeno sconcertato. La famiglia si pone e pone delle domande a Stefano, al mero scopo di capire cosa avesse potuto ribaltare tutto quello che fino a quel momento (30 anni) sembrava la regola, senza mai rifiutarlo o ripudiarlo, tutt’altro. La sorella spinta da un legame carnale lo sostiene e lo accompagna nel suo nuovo percorso, volto alla ricerca della verità. Stefano, infatti, era spesso dubbioso, agitato; la sorella in questo periodo parla spesso con lui lo aiuta, insieme anche alla famiglia, lo supporta nei suoi dubbi, nelle sue insicurezze (per quanto da lui stesso chiesto e voluto) al fine unico di far chiarezza nell’animo di Stefano a capire quale fosse la sua vera inclinazione sessuale anche recandosi presso un psicologo.
La famiglia vive momenti di estrema tensione e proprio per rasserenare gli animi decide di farsi sostenere ed aiutare dal sacerdote. La Chiesa entra in questa storia a da supporto morale alla famiglia, con il Prete, persona capace ed apprezzata da molti, disposto ad aiutare mediante un avvenuto incontro di preghiera allo scopo di fare chiarezza nell’animo ed aiutare Stefano ad individuare la sua vera identità sessuale e morale, in assoluta libertà, senza, alcuna costrizione Stefano decide di rivolgersi a quel Padre Spirituale. In tutto questo periodo Stefano vive nel suo ‘Paesello’ con i suoi e con tutti i componenti della famiglia, dai quali riceve anche supporto morale, fisico ed economico a realizzare una bella esposizione fotografica molto apprezzata nel ‘paesello’ con tema ‘Lo sguardo di una Vita’ tratto da una sua esperienza in una locale casa di riposo a contatto con anziani e le loro sofferenze.
La vita in famiglia scorreva regolarmente senza sussulti fino al giugno scorso, quando artatamente le Iene irrompono nella vita familiare e comunitaria con riprese nascoste e spacciandosi per amici di Stefano sottoponevano la sorella ad una serie di domande dal contenuto altamente personale in quanto attinenti alla sua sfera familiare. In particolare, ignara della reale identità dei soggetti incontrati e confidando nel fatto che questi fossero realmente amici di Stefano, in buona fede rendeva dichiarazioni dal carattere strettamente personale (anche se nel servizio delle Iene gli autori ribadiscono di essersi presentati con la loro vera identità ndr). I soggetti avendo ottenuto le informazioni che intendevano avere svelano la loro reale identità è perseverano nelle riprese televisive anche nella proprietà privata della stessa non curandosi neanche della presenza di minori (tra l’altro spaventati dalla presenza ed insistenza dei soggetti).
Scoperto l’inganno si apriva un procedimento penale su impulso della sorella di Stefano che denunciava l’accaduto e gli operatori Mediaset per l’illecito trattamento dei dati personali, le indagini coordinate S.P.R. Dott.ssa Licci sono tutt’ora in corso e proprio nei prossimi giorni sarà depositata una nuova integrazione di denuncia attesa la messa in onda del servizio in modo fazioso e contrario alle prescrizioni di legge. Invero la sorella del ragazzo aveva anche chiesto l’intervento del Garante della Privacy proprio al fine di evitare la messa in onda del servizio nella parte del colloquio con gli stessi, ma Mediaset aveva dedotto nelle apposite memorie istruttorie di non essere in possesso di alcun servizio e, quindi, di non dover trattare dati sensibili, assumendosi come per legge la responsabilità delle sue dichiarazioni.
Segue che Stefano per ragioni di lavoro (fotografo dello staff) si trasferisce in un vicino e noto villaggio turistico fino a settembre, frequentando comunque nel tempo libero la residenza della sua famiglia; si trasferisce per un brevissimo periodo a Milano probabilmente ospite di amici e ritorna dopo pochissimo tempo a dimorare costantemente in casa dei suoi genitori nella sua camera privata, e continua anche attualmente a viverci. Ovviamente di tutta questa storia la verità è che Stefano ha sempre continuato a vivere nella casa con i suoi genitori e fratelli, false e tendenziose sono le dichiarazioni attestanti altre notizie. Bene avrebbero fatto Le Iene ad effettuare interviste nel ‘Paesello’ sulla famiglie e sui relativi comportamenti, sul Prete e sulla sua indubbia moralità, ma purtroppo a volte è meglio , al fine di fare audience, sentire una sola campana rende tutto più credibile.
Tutto quanto velocemente descritto in circa 18 minuti di servizio, nella realtà ha la durata di due anni, permettendo di conseguenza ai più (ipocriti) esprimere giudizi infanganti senza avere contezza alcuna e senza rispetto della dignità personale e di una comunità (estesa anche nell’hinterland), che tra l’altro a proposito di gay hanno accolto nella scorsa estate il Salento pride (manifestazione gay estate 2016 a Gallipoli del 21/08 u.s.) e vedono una notevole presenza di numerose coppie gay ed ospiti da diversi anni.
Stranamente “LE IENE” non hanno ritenuto di voler conoscere realmente l’ambiente familiare e locale in cui è immerso Stefano. Nel contempo la sorella ha intrapreso tutte le necessarie iniziative a salvaguardia della propria onorabilità, per il tramite dell’Avv. Maria Greco del Foro di Lecce che dichiara sin d’ora: “La signora Romano è stata sottoposta ad un’ingiusto linciaggio mediatico; è deplorevole il comportamento di quanti senza, il beneficio del dubbio, senza alcun contraddittorio, non hanno esitato ad offendere una stimata madre di famiglia sui social network, spinti solo dall’onda mediatica prestando il fianco. In tal modo, a chi ha voluto la notorietà a tutti i costi, rendendosi strumento di tutti coloro i quali voleva solo tentare di gettare ombre sull’ambiente ecclesiasico. Avevamo già chiesto il sequestro dei video originali ed ora più che mai insisteremo in siffatta richiesta oltre a presentare una denuncia per l’avvenuta diffamazione a mezzo social network da parte di molte persone!».
Garcin