LECCE – Partiamo da un dato storico, imprescindibile, e sul quale si deve condurre chi sostiene che le Crociate sono state i presupposti che hanno condotto il mondo islamico ad odiare i cristiani.
I musulmani hanno iniziato a mettere a ferro e fuoco l’Europa, circa 400 anni prima delle Crociate. Da questi eventi si deve partire, diversamente, partendo da un presupposto sbagliato, si arriverà necessariamente ad una conclusione errata.
C’è un libro che in tempi non sospetti scrissero a quattro mani il cardinal Ratzinger e il presidente del Senato Marcello Pera, un teologo e un filosofo, un gigante cattolico, e un laico veramente “illuminato” che riconosce il valore del cristianesimo in Occidente e il pericolo che dal primo momento l’Islam ha rappresentato, consapevole della sua millenaria smania distruttrice della nostra civiltà, e/o comunque della sua intenzione di dominio del mondo.
Diceva Marcello Pera ai primi di questo millennio: «Soffia sull’Europa un brutto vento. Si tratta dell’idea che basta aspettare e i guai spariranno da soli, o che si può essere accondiscendenti anche con chi ci minaccia e potremo cavarcela. È lo stesso soffio del vento di Monaco nel 1938». Ed perché oggi vanno tanto di moda le passeggiate lungo le strade delle città colpite da atti di terrorismo, le foto colorate sui profili facebook, i gessetti colorati, ed i cuoricini fatti con le dita della mano.
Gli rispondeva Ratzinger: «L’Occidente non ama più se stesso: della sua storia oramai vede soltanto ciò che è deprecabile e distruttivo, mentre non è più in grado di percepire ciò che è grande e puro».
I morti, anche quando ce ne sono stati centinaia in un sol colpo, le stragi, pure reiterate, si dimenticano presto, diventano numeri di statistiche imbarazzanti da lavare presto dall’asfalto, poiché la realtà, quella della carne lacerata, della morte, è in contraddizione con le ideologie secondo cui “basta aspettare e i guai spariranno da soli o … si può essere accondiscendenti anche con chi ci minaccia e potremo cavarcela”.
L’unica reazione, pedestre, puerile che l’Europa riesce ad avere a strage avvenuta, mentre si lava via il sangue, è fare disegnini coi gessetti per terra. Eppure a ogni strage, la prima cosa che i governi si affrettano a sottolineare è: “l’attentatore era noto ai servizi.. all’antiterrorismo”. Era noto, però era libero di circolare, di preparare attentati, di far saltare in aria gente.
È la prova che non solo l’Europa non si vuol più bene, ma che non sa e non vuole più difendersi. Non è desiderosa più nemmeno di legittima difesa. E così i problemi politici fra stati divengono, come spesso accade, i problemi della gente comune, quella che deve fare attenzione a non frequentare posti affollati.
Cos’è questo se non il desiderio di morte dell’Europa e dell’Occidente? Quella stessa Europa che legifera prontamente su quale debba essere la grandezza dei cocomeri, rimane inerme di fronte ad un problema ormai certo come quello dell’immigrazione di massa. E’ un problema di virilità, come dicevo nell’articolo di domenica scorsa.
Il Nord Europa in questo senso è già un cadavere che cammina: eliminato il cristianesimo, ha eliminato i suoi anticorpi, (filosofici e culturali)ed è sottoposta ora a tutti i più mortali virus esotici, specie quelli importati dall’immigrazione clandestina.
Questo è anche avvenuto perché il cittadino europeo (al cui interno troviamo naturalmente il cittadino italiano) ha confuso la laicità con l’ateismo di Stato.!
Ove per laicità deve intendersi non la repulsione verso le naturali propensioni religiose di ogni essere umano, non solo nel foro interno del proprio cuore, ma anche nella società in cui vive. Il cristianesimo non solo ha sempre rispettato questo equilibrio, ma l’ha trovato perfettamente connaturale alla sua natura. “Date a Cesare quel che è di Cesare, e a Dio quel che è di Dio”. (Vangelo Marco 12,13-17). Tutte le battaglie antiabortiste, prima di essere battagli religiose, sono battaglie umane. Così come le battaglie contro il gender, prima di essere battaglie di fede, sono battaglie umane, che anche un ateo può e deve affrontare. Questa è la grandezza del Cristianesimo.
Oggi sembra invece che la laicità sia sinonimo appunto di ateismo. Laicità dello Stato vede quindi il suo opposto nello Stato confessionale. Tra i due la differenze è semplice: lo Stato laico riconosce la funzione sociale del credo religioso, difendendolo e favorendolo perché connaturale all’essere umano. Inoltre, lo Stato laico non lega le proprie fonti normative ad un testo sacro (come la Bibbia o il Corano), ma considera buona e ricca di buon senso la dottrina sociale della Chiesa, quale espressione di un pensiero secolare che ha posto al centro la difesa dell’uomo, ancor prima della nascita dello Stato moderno. Lo Stato confessionale, al contrario, si fonda su un testo sacro e confonde la legge morale e la legge positiva, il foro interno, la coscienza e le leggi. Per questa ragione nel mondo islamico le donne adultere vengono lapidate, e chi bestemmia viene impiccato.
Oggi però ci impongono di levare i crocifissi dalle scuole. Via le recite del Natale. Ma rispettiamo il Ramadan, dicono, questi falsi buonisti, questi squallidi politicanti, questi mediocri ciarlatani che hanno solo disprezzo per un passato che nemmeno conoscono.
All’Europa del Nord, ormai insanguinata da stragi islamiche periodiche e frequenti, non importa più di vivere, perché a questo conduce il suo nichilismo: interessa solo di morire, o quantomeno anche questo le risulta indifferente. Perciò non riescono a parlar d’altro che di aborto, eutanasia, “dolce morte”, “diritto di morire”, adozioni gay, utero in affitto, cessione di gameti. Consapevole di tutto ciò, il presidente turco Erdogan, con spavalderia, ha invitato i musulmani emigrati in Europa a “fare almeno cinque figli a coppia, poiché lì il futuro è vostro!”. Non è solo una speranza: è statistica. Tant’è che in Paesi tradizionalmente cattolici, come Belgio e Francia, molte diocesi scalpitano per vendere le loro chiese agli islamici per farne moschee, e quelli ne comprano una dietro l’altra.
E’ notizia di questi giorni: un professore della famosa università cattolica di Lovanio assegna agli studenti un quesito di scuola: se l’aborto sia o no equiparabile all’omicidio e se uno stupro giustifica un aborto. Dopotutto era solo un quesito al quale gli studenti di teologia avrebbero dovuto rispondere argomentando in base ai loro studi. Apriti cielo! Tutti i tg locali hanno aperto i notiziari crocifiggendo “l’integralista”. Lo stesso rettore si è affrettato a dichiarare che tale cattolica università “difende il diritto all’aborto” e provava vergogna per quel tale che aveva sollevato il dubbio. Accanto campeggia un’altra notizia. Le scuole cattoliche delle Fiandre hanno domandato al governo di posticipare il rientro a scuola quest’anno perché cade in prossimità (manco in concomitanza: vicino) al AidElKebir, una festività islamica, “per non dare fastidio agli studenti musulmani”. È il mantra di tutti i politicamente corretti quello di non “dar fastidio” ai diversi da sé, tanto odiano quel che sono sempre stati.
«Sorrido», mi diceva un amico romano, «pensando al missionario che domenica a messa chiedeva soldi per la sua missione quarantennale in Africa, in partibusinfidelium, laddove non aveva libertà nemmeno di suonare la campana la domenica, poiché gli islamici non lo permettevano e tagliavano teste come fossero cocomeri. Sorrido per questa arroganza che abbiamo noi europei: viviamo noi stessi in partibusinfidelium, siamo terra pagana e radicalmente scristianizzata e ormai anche anticristiana, quanto e più degli islamici, abbiamo perso pure il senno, però vorremmo andare a evangelizzare (per modo di dire) gli africani in Africa. Ma non bisogna essere prima credibili per essere creduti? L’Africa poi il senso della logica non l’ha ancora perduto; noi ci battiamo per dimostrare che l’erba è verde, i sassi duri, l’acqua bagnata, per loro sono cose scontate queste ovvietà che per noi tali non sono più». Tanto non lo sono più che un uomo può sentirsi donna, e pretendere di essere considerato tale. Se anche il sesso è incerto, su cosa possiamo poggiare la nostra esistenza mi chiedo ?
Ricordo quanto mi disse una volta Antonio Socci al telefono: “vedi Riccardo, il problema dell’uomo moderno, non è la mancanza di fede, ma la mancanza di ragione”
Appena, dunque, gli islamici avranno preso il sopravvento, non ci sarà bisogno che diano agli europei che contano una lavata di capo. Perché nel frattempo tutti i cantori della fratellanza tra le religioni, i cirenei, i buoni samaritani, i governanti, compreso qualche cardinale, si saranno fatti non solo tutti musulmani, ma i più intransigenti degli ayatollah di nuova generazione. Con buona pace della “tolleranza”. Ricordo che qualche anno fa, e la notizia la si può trovare ancora in rete, fu chiesto a dei ragazzi di un liceo milanese: “Se venissero i musulmani a Milano, voi che fareste?” Tutti in coro risposero ”ci convertiremo!”.
Allora finalmente smetteremo di essere uno Stato laico/ateo e diventeremo per paura uno Stato confessionale. Uno Stato islamico, quindi. Tutto molto semplice.
A questo atteggiamento, di rassegnata ineluttabile accettazione, si somma, in maniera contraddittoria e devastante la dominanza del pensiero unico neo-malthusiano, l’ossessione di un “mondo troppo affollato”: siamo troppi sulla terra, bisogna smettere di fare bambini, bisogna eliminare i deboli, i vecchi, etc. per “salvare il pianeta”: è un “dovere” del cittadino. Ma nel frattempo, mentre la nostra popolazione cala a vista d’occhio, guardiamo con soddisfatta indulgenza i ritmi espansivi della popolazione immigrata, “risorsa che colma i vuoti delle nostre culle”. Pensiero schizofrenico: siamo troppi sulla terra ma accogliamo i migranti che appartengono alle etnie col maggior tasso di crescita… anche in Vaticano si incita all’accoglienza senza limiti, ma poi si invitano abortisti a parlare del futuro del pianeta mentre si strizza un occhio “depenalizzante” all’aborto e al divorzio, armi potenti contro la crescita demografica.
Ma la scomparsa (demografica e culturale) dei cristiani non renderà l’Europa un paradiso terrestre! Verrà il deserto, come è sempre accaduto laddove i cristiani sono stati sostituiti dai musulmani. Come è successo in Nord Africa: pochi sanno che quelle terre erano romane e cristiane ed erano terre coltivate, ricche e verdeggianti. Poi i cristiani furono spazzati via dall’irrompere dei musulmani. Ogni equilibrio saltò. E il verde cedette alla sabbia e al nulla.
Così sarà l’Europa.