SALENTO – È già una battaglia tesa tra le tre mozioni in campo nel Pd. Ci sono tre nomi di peso che si sfidano per ottenere il comando del partito: l’ex premier Matteo Renzi, il ministro Andrea Orlando e il governatore Michele Emiliano. Il Pd è un partito di governo: guidarlo significa, molto spesso, candidarsi alla presidenza del Consiglio. Nel Salento gli schieramenti sembrano già chiari: i big si sono posizionati. Il segretario provinciale Salvatore Piconese, Loredana Capone e i fedelisimi della segreteria leccese appoggiano Michele Emiliano. Perfino chi è fuori, come Ernesto Abaterusso potrebbe dare una mano al governatore della Puglia, attraverso il figlio, che è rimasto nel partito. Sul fronte Orlando c’è Fritz Massa e Sergio Blasi. A supporto della mozione Renzi, naturalmente, la viceministra, Teresa Bellanova, ormai nelle grazie dell’ex premier, Salvatore Capone e Ada Fiore.
Da ogni sezione dei paesi salentini verranno espressi i delegati (cinque delegati per Lecce, due a testa per Nardò, Galatina e Copertino: tutti gli altri sono uno) che andranno per un giorno alla convenzione provinciale, che determina i delegati per la convenzione nazionale che si svolgerà il 9 aprile. A livello provinciale i cento candidati si riuniranno, prenderanno atto dei voti assoluti ricevuti dai candidati ed eleggeranno 11 delegati per andare a Roma. Poi, saranno i candidati alla segreteria nazionale, regione per regione, a fare le liste con cui scenderanno in campo e misureranno il loro peso. Il clima, però, è già avvelenato: a Copertino scoppiano le polemiche, ma i vertici corrono ai ripari. Si è concluso un incontro tra i rappresentanti delle tre mozioni, che hanno sottoscritto un documento con il quale dicono che l’assemblea si è svolta e si è conclusa con una proposta, non una decisione, di svolgere con una modalità differente la determinazione delle rappresentanze congressuali della sezione.
Gigi Nestola ha proposto di non andare avanti con il seggio solito, ma le proteste hanno spinto tutti gli organizzatori a non accettarla. Essendo presidente della Commissione Regionale Nestola non poteva parlare della mozione Renzi, quindi ha parlato come iscritto delle tre mozioni come occasione per unirsi e non dividersi. «Cento persone hanno alzato la mano ed erano d’accordo sulla posizione unitaria: su una scelta dei delegati senza il classico voto al seggio – spiega Nestola – Poi, siccome abbiamo capito che si voleva creare un grande polverone, ci si è messi d’accordo, istituendo un seggio e andando al voto uno per uno. In effetti i sostenitori della mozione Orlando hanno già emanato il loro comunicato stampa: «Se le circostanze sulle modalità di svolgimento del congresso di Copertino trovassero conferma, quel risultato, assolutamente fittizio, non potrebbe essere in alcun modo validato e il congresso andrebbe riconvocato, innanzitutto per il rispetto del ruolo e della dignità degli iscritti di quel circolo.
Non solo: il segretario, che ha validato il verbale, deve dimettersi. Dal momento che era presente e non ha ritenuto di dover intervenire, dovrebbe dimettersi anche Gigi Nestola, il quale non può continuare a presiedere la commissione regionale del congresso, avendo dimostrato di non essere una figura di garanzia». Per l’accusato, però, la situazione è rientrata: si voterà come sempre.
Garcin