LECCE – “La carta famiglia è una misura assistenzialistica, che non si può realizzare, perché il Comune di Lecce non dispone di 1,2 milioni di euro. Giliberti ci dica a chi vuole toglierli. Faccia come quando era a Telerama, carte alla mano: sediamoci attorno a un tavolo e gli spiegherò perché non è possibile”. Carlo Salvemini, il candidato del centrosinistra, ospite negli studi del Corrieresalentino.it, smonta l’idea del candidato del centrodestra e spiega che è meglio puntare su misure inclusive lavorative. Poi, critica le consulenze esterne e gli incarichi dati sempre alle stesse persone: “Collaborazioni sempre con gli stessi professionisti, mentre sarebbe necessaria una rotazione regolamentata”. Salvemini ha rimesso insieme una cospicua parte del centrosinistra, ma non gli ex vendoliani di Lecce Bene Comune, che gli remano contro con il candidato sindaco Ruberti: “Mi sostenevano cinque anni fa: il distacco politico è stato naturale. Ma anche Vendola, che loro sostenevano, si è alleato col Pd o con partiti non troppo a sinistra: ora che non c’è più il leader, si preferiscono posizioni che non sono aggreganti”.
Bocciatura totale per l’amministrazione uscente: “Perrone è stato il curatore fallimentare di Lecce. I cittadini leccesi sanno che era al governo con la Poli quando si portavano avanti filobus, Boc e Via Brenta”. Anche sulla gestione dei monumenti (Apollo, Parco Rudiae e altro) la critica è durissima: “Rischiano di diventare contenitori vuoti: devono essere collegati con offerte turistiche e fruibilità per tutti, attraverso piste ciclabili e percorsi semplici e ben collegati”. Sugli alloggi popolari, spesso oggetto di inchieste per voto di scambio, l’idea di Salvemini è il rispetto totale di leggi e termini, oltre alla cacciata urgente degli abusivi. Il Comune di Lecce deve rispettare i 90 giorni fissati dalla legge per la pubblicazione della graduatoria per l’assegnazione delle case popolari.
“La graduatoria deve essere pronta entro il 21 aprile. Entro e non oltre quella data centinaia di famiglie che attendono di sapere se hanno diritto o meno a un alloggio popolare devono ricevere una risposta precisa.
Nessun tentativo di allungare i tempi per la pubblicazione della graduatoria è politicamente giustificato e tollerabile. Chi ha diritto alla casa deve essere considerato un cittadino titolare di diritti e non solo un elettore. Sembra assurdo dover chiedere all’assessore Monosi di attenersi ai dettami della legge; amareggia constatare come ancora una volta in campagna elettorale il tema del diritto alla casa viene ad essere impropriamente e pericolosamente utilizzato. Siamo in presenza di un grave inadempienza politica che segnala un deficit grave di interventi e programmazione che tanti disagi procura a chi si trova senza un tetto. E di una colpevole leggerezza se si tiene conto delle indagini in corso che suggeriscono il massimo del rigore e della responsabilità”.
Julia Pastore