GALATONE (Lecce) – «Impianti di compostaggio sì, ma nel rispetto delle regole e se chiudono il ciclo dei rifiuti», questa la posizione dei sindaci e degli ambientalisti emersa nell’incontro organizzato dal sindaco di Galatone, Livio Nisi, nella casa comunale, per individuare un percorso condiviso sul “no” all’impianto di compostaggio che dovrebbe sorgere a cavallo tra Galatone e Galatina, in località “Le Bruciate”. Attorno al tavolo, oltre al sindaco Nisi, il sindaco di Aradeo Daniele Perulli, il sindaco di Seclì Antonio Casarano, il candidato sindaco di Galatina per “Obiettivo 2022” Giampiero De Pascalis, l’assessore all’Ambiente del Comune di Galatone Valerio Chirivì, il presidente Marcello Seclì della sezione Sud Salento di Italia Nostra e un membro del consiglio direttivo dell’associazione, Antonio De Giorgi. Assente il commissario straordinario di Galatina, Guido Aprea, che ha ritenuto di dover lasciare la questione alla prossima amministrazione.
«Non è un servizio alle nostre comunità – ha esordito il sindaco Nisi –, ma all’Italia, visto che non chiude il ciclo dei rifiuti perché la presenza di abitazioni non consente all’impianto di accogliere l’organico raccolto dalle amministrazioni. In compenso, ci lascerà l’inquinamento ed essendo un impianto anaerobico sono molto preoccupato nonostante il proponente del progetto abbia dato rassicurazioni sul fatto che la presenza di bio filtri eviterà i cattivi odori e le emissioni nocive. Noi abbiamo una posizione chiara, su questi impianti serve il controllo pubblico e oggi soffriamo la mancata forza o volontà della Regione a pianificare e finanziare l’apertura di questi impianti dando ai privati solo la gestione. Come amministrazione abbiamo attivato una petizione rivolta al presidente della Provincia, al commissario prefettizio di Galatina e anche al presidente della Regione perché si faccia carico della mancata bonifica della discarica di Castellino. Italia Nostra ha elaborato un documento circostanziato che noi facciamo nostro perché la salute è un bene essenziale che va protetto».
Osservazioni del sindaco Nisi condivise anche da Italia Nostra: «C’è una lettura superficiale del progetto – dichiara il consigliere Antonio De Giorgi – condividiamo le osservazioni del Comune di Galatone, ma serve un’azione di dialogo con la Provincia. I sindaci devono aprire un confronto e prepararsi a fare anche un ricorso al Tar. I primi cittadini devono spendere la loro autorevolezza. Noi paghiamo alti costi di smaltimento per colpa degli oligopoli, quando invece bisognerebbe decentrare. Un bacino, anche di pochi comuni, può avere impianti sostenibili economicamente e, invece, stiamo assistendo ad una proliferazione di impianti».
Sulla necessità di un’azione politica ha posto l’accento anche il Presidente dell’associazione Italia Nostra, Marcello Seclí: «La questione va affrontata politicamente, con Provincia e Regione. Se questi impianti vanno avanti sono in contrasto con quanto la Regione dice di voler fare, cioè impianti pubblici. Il nostro obiettivo non è di creare scontri sociali e politici, ma non vogliamo che un’opportunità diventi una criticità a causa della gestione dei progetti e delle autorizzazioni».
Guai ai no preconcetti, ma rispetto delle regole. Questa la sintesi del pensiero di Giampiero De Pascalis che sul tavolo ha posto un’altra criticità: «Galatina rischia di ritrovarsi con due impianti e la viabilità inadeguata farà impattare il carico ambientale su tutti i comuni. Non sono contrario all’attività industriale, ma bisogna tenere conto dell’inquinamento. Purtroppo noi salentini siamo bravi a intervenire quando le criticità si determinano. Nel progetto c’è una configurazione urbanistica sbagliata e anche questo è un aspetto che dovrà essere approfondito. Sono convinto che serva un progetto organico per la gestione dei rifiuti che sono un problema sociale. Dobbiamo controllare, ma non avere paura».
A conclusione dell’incontro, è stata poi sottoscritta la richiesta di incontro con Provincia e Regione da parte di tutti i presenti.
Sandra Papa