SAN FOCA (MELENDUGNO) – I “No Tap” non mollano: quegli otto chilometri di gasdotto, con approdo su una delle più belle spiagge del Salento, non li vogliono. L’espianto degli ulivi per far posto al passaggio del gas è stato bloccato momentaneamente. È guerra di ricorsi, mentre le marce silenziose si affastellano, come quella di oggi, partita alle 7 di mattina dal centro di San Foca (marina di Melendugno) fino al punto di approdo. “Stiamo sollecitando l’avvocatura della Regione Puglia per partire con un nuovo ricorso contro le eradicazioni” – spiega la senatrice del Movimento 5 Stelle, Barbara Lezzi, presente in mattinata alla marcia che ha preso il via dall’Euro Garden Village.
Questa mattina i portavoce del Movimento 5 Stelle in Parlamento Diego De Lorenzis, Barbara Lezzi, Daniela Donno, Francesco Cariello, Maurizio Buccarella e i consiglieri regionali Antonio Trevisi ed Antonella Laricchia sono stati nuovamente presenti al presidio No Tap partecipando ad un corteo pacifico insieme ai cittadini per sospendere gli espianti degli ulivi. “Abbiamo fatto una scoperta molto grave – denunciano Laricchia e Trevisi – abbiamo infatti appreso che l’Avvocatura Regionale non aveva neanche ricevuto il testo della mozione approvata dal Consiglio martedì 21 febbraio che chiedeva all’Avvocatura di valutare la possibilità di impugnare la nota ministeriale la quale, non rispettando le competenze regionali, considerava legittime le autorizzazioni agli espianti degli ulivi; al tempo stesso chiedevamo di valutare la possibilità di un esposto in Procura. Una mozione dunque assolutamente urgente di cui qualcuno si è “dimenticato”. Abbiamo provveduto noi dunque a girare prontamente il testo della mozione all’Avvocatura.
Ma questa è stata una scoperta di gravità inaudita che dimostra ancora una volta la totale mancanza di serietà del governo di Michele Emiliano che evidentemente utilizza la battaglia contro il TAP solo come un argomento per la sua campagna elettorale contro Renzi anzichè come una battaglia di giustizia da combattere per la difesa del territorio.
Abbiamo dunque formalmente richiesto via PEC alla Regione di valutare l’adozione di un provvedimento di revoca o di annullamento in autotutela dell’autorizzazione all’espianto di 211 piante di ulivo, insistenti nell’area di cantiere, rilasciata con provvedimento del Dipartimento Agricoltura – Sezione Osservatorio Fitosanitario il 6 marzo 2017, e conseguentemente, dell’atto dirigenziale del Servizio Provinciale dell’Agricoltura del 9 marzo 2017, vista la pendenza del procedimento di assoggettabilità a VIA relativo al progetto di variante del micro-tunnel. Un’azione che potrebbe essere molto decisiva per il prosieguo dei lavori sempre che Emiliano si svegli e si ricordi della Puglia”.
Il Tar si sta già pronunciando sul ricorso della Regione: sotto terra c’è acqua e sabbia e poi c’ è il problema della posidonia: Tap risolve tutto spostando di poco l’approdo e il Ministero dà il via libera. Ecco dove nasce l’attuale conflitto tra governo e Regione: secondo quest’ultimo ente, una volta spostato l’approdo è necessario ripartire con un nuovo iter autorizzatorio. L’idea di Emiliano è di spostare tutto a Brindisi, “in una zona a vocazione industriale”. Per i No Tap, invece, quel gas dal giacimento in Azerbaigian non serve, “perché per il nostro fabbisogno, saremmo sempre costretti a prenderlo dalla Russia”. Il governo sostiene che un gasdotto, che tra l’altro sarà allacciato con l’Europa del nord, ci renderà più indipendenti e meno ricattabili. “Non è vero – tuona la senatrice pentastellata, mentre marcia verso il presidio dei manifestanti – Con Tap non diventeremo indipendenti e, poi, il gas è anche una fonte superata. Bisogna puntare su altro”.
Gaetano Gorgoni