LECCE – Due binari per una sola complessa indagine: le dichiarazioni dell’imprenditore e le indagini degli investigatori della Dia. Sullo sfondo: la gestione del business dei rifiuti, presunte ingerenze della malavita organizzata, su eventuali distorsioni. Probabilmente mazzette. Perché gli investigatori della Direzione investigativa antimafia potrebbe far emergere un giro di tangenti dietro gli affari dei rifiuti. Il lavoro della Dia è coordinato dal sostituto procuratore dell’Antimafia Alessio Coccioli. Eventuali episodi corruttivi sono monitorati dagli investigatori. Il sospetto è che la gestione degli appalti sia stata pilotata in alcuni paesi del basso Salento tramite dazioni di denaro che coinvolgerebbero imprenditori e politici.
Un modo per lieare i meccanismi che girano sempre meglio con i soldi e far lavorare sempre le stesse ditte, garantire una gestione pilotata del business ed estromettere altre aziende. Da quanto riferito agli investigatori, con la propria ditta Rosafio avrebbe destabilizzato equilibri e intese nella gestione spesso milionaria dei rifiuti. Ha parlato di una “guerra giudiziaria” avviata nei suoi confronti culminata in una misura intedittiva antimafia della sua azienda poi revocata. Di fatto, però, la possibile ascesa nel settore sarebbe stata stroncata sul nascere.
Il lavoro degli investigatori è stato avviato circa quattro mesi fa. Alcune dichiarazioni dell’imprenditore di Taurisano contenute nelle carte dell’inchiesta sui presunti fusti tombati a Burgesi hanno convinto gli uomini della Dia ad aprire un nuovo fascicolo d’indagine. E Rosafio è stato anche convocato e sentito già tre volte. Al vaglio anche presunte pressioni della malavita per far assumere nelle ditte uomini del clan. Al riguardo nei collogui con gli investigatori sarebbe stato fatto cenno sul caso Parabita finito all’attenzione della magistratura nei mesi scorsi con l’operazione “Coltura” con lo scioglimento del consiglio comunale. Possibile una presunta ingerenza della malavita nella gestione dell’affare rifiuti?
Sotto i riflettori sono finiti i comuni del Sud Salento come Tricase, Castrignano del Capo, Parabita, Matino, Acquarica del Capo. Gli investigatori hanno anche acquisito un’ampia documentazione dagli uffici comunali. L’imprenditore ha parlato di una sorta di cartello di aziende che avrebbe gestito il business dei rifiuti. Ha detto anche altro. Non solo dichiarazioni. Per rendere credibili le sue accuse come atto concreto Rosafio ha depositato anche un ampio carteggio per documentare agli inquirenti il giro di interessi, le procedure che regolano l’affidamento del servizio rifiuti e le modalità con cui sarebbero affidati gli appalti.
Francesco Oliva