LECCE – “Se c’è del marcio i leccesi hanno il diritto di saperlo ora prima del voto, così come hanno il diritto di sapere che la Procura decide di archiviare perché non si ravvisano ipotesi di reato; credo cioè che la città non possa più aspettare, che ci sia la necessità democratica di fare chiarezza su eventuali influenze dei clan malavitosi nella assegnazione degli alloggi popolari nel rispetto dei cittadini e delle istituzioni”. Lo dichiara il presidente della Commissione Controllo, Antonio Rotundo.
“In tal senso – prosegue – è utile ricordare che nella relazione che il Prefetto consegnò alla Commissione parlamentare Antimafia è scritto che ‘nelle elezioni amministrative del 2012 gli uomini del clan avrebbero orientato il voto verso un simbolo preciso e determinati candidati’ ed ancora che ‘un segnale preoccupante è stato dato dal diffuso consenso elettorale verso alcuni amministratori nelle aree di edilizia popolare del capoluogo’ .
A questo proposito l’on.Bindi oltre un anno fa al termine della visita della Commissione Antimafia valutando positivamente l’iniziativa del Pd che aveva chiesto di accendere un faro sulla gestione delle assegnazioni degli alloggi di edilizia popolare in città ebbe modo di affermare che sulla vicenda si è in attesa della conclusione dell’inchiesta della Procura.
D’altro canto proprio queste forti e motivate preoccupazioni avevano spinto il pd a presentare un esposto alla magistratura 5 anni fa in occasione delle precedenti elezioni per il rinnovo del Consiglio Comunale e non credo che la città possa correre lo stesso rischio anche in questo passaggio elettorale.
La clamorosa violazione in un periodo elettorale dei tempi di pubblicazione della graduatoria provvisoria per 680 famiglie che hanno presentato domanda per l’assegnazione di un alloggio popolare non depone affatto bene e può aprire la strada alle peggiori logiche clientelari di promettere alloggi in cambio dei voti.
Se fosse stata rispettata la legge (comma 4, art.4 L. R. 10/2014), infatti, entro il 20 aprile scorso l’ufficio casa avrebbe dovuto già pubblicare la graduatoria provvisoria per l’assegnazione degli alloggi popolari attribuendo ad ogni singola domanda presentata il relativo punteggio e dandone comunicazione a tutti i concorrenti, i quali entro i successivi 30 giorni avrebbero potuto presentare con riferimento al punteggio assegnato eventuale ricorso alla Commissione provinciale.
In assenza di una gestione puntuale e rigorosa delle procedure previste dalla legge che avrebbero dato ad ogni cittadino interessato la possibilità di conoscere la propria posizione in graduatoria, il cittadino può diventare esca di mestieranti della politica che sul bisogno drammatico della casa costruiscono pratiche di voti di scambio.
Sono convinto – conclude Rotundo – che tutte le forze politiche responsabili condividano queste valutazioni perché è interesse della buona politica che le elezioni si svolgano in un clima sereno e senza condizionamenti”.