Più di 800mila ore di cassa integrazione sono state richieste dalle aziende della provincia di Lecce nel primo trimestre del 2017, il 7,7 per cento in più rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. L’aumento riguarda in particolare la cig straordinaria, +21,6 per cento, mentre risultano in diminuzione la cig ordinaria (-14,8) e in deroga (-17,2). Complessivamente, nei primi tre mesi dell’anno l’Inps ha autorizzato 800.510 ore. È dunque, ancora una volta, un quadro preoccupante quello che emerge dal 3°Rapporto Uil – Servizio Politiche del Lavoro, elaborato sulla base dei dati Inps.
A marzo, in particolare, si registra un balzo in avanti impressionante, con oltre 642mila ore di cig richieste, il 529 per cento in più rispetto al mese di febbraio (102.054). In questo caso, l’aumento riguarda tutte e tre le gestioni: la cig ordinaria raddoppia, passando da 50.342 a 119.439 ore (137,3%) e anche quella straordinaria registra una crescita fortissima, passando da 51.689 passa a 508.330 (+883,4%); non è da meno la cig in deroga, che dalle sole 23 ore richieste a febbraio sale a quota 14.237. A livello regionale, il dato leccese relativo al mese di marzo (+529%) è secondo solo a quello registrato nella provincia di Foggia (+1.198%); seguono Taranto (+456%), Brindisi (+170%) e Bari (-17%).
“La situazione è drammatica, e peggiora sempre di più”, commenta il segretario generale della Uil di Lecce, Salvatore Giannetto. “L’emorragia di posti di lavoro – prosegue – pare senza freni, la situazione occupazionale e la strutturalità della crisi sono ormai talmente pesanti da non poter più lasciare indifferenti: tutti i soggetti economici, sociali ed istituzionali del nostro territorio hanno il dovere di provare ad individuare modalità e strumenti, anche nuovi ed originali, che oltre a salvaguardare i posti di lavoro, possano in prospettiva creare occupazione reale, stabile, non precaria e di qualità”.
L’analisi del segretario provinciale Uil è amarissima. “I dati – riflette – mostrano una palese sofferenza di nuove aziende che accedono all’ammortizzatore sociale. Rispetto alla cassa in deroga, la crescita nel mese di marzo è fortissima e dovuta sostanzialmente agli ultimi stanziamenti dei residui non spesi negli anni precedenti e utilizzabili anche nell’anno 2017. In valori assoluti, in appena un mese ha superato le 14mila ore, nonostante questo strumento sia ormai residuale”.
Secondo il Rapporto Uil, il ricorso alla cassa integrazione nel mese di marzo ha consentito in Puglia di salvaguardare 13.679 posti di lavoro, di cui oltre 4mila nella sola provincia di Lecce. “È impensabile – sottolinea ancora Giannetto – che il Governo pensi di ridurre questi ammortizzatori sociali: un’assurdità a fronte di un meccanismo di protezione sociale che consente la salvaguardia di centinaia di migliaia di posti di lavoro in questi anni di crisi. Piuttosto – conclude – la situazione attuale obbliga le istituzioni a reagire alla caduta libera della nostra economia affinché i lavoratori, i giovani e i cittadini possano riacquisire la fiducia persa”.