LECCE – Anche Direzione Italia dà la sua versione ufficiale sulla vicenda del gasdotto Tap: il dito è puntato contro le responsabilità politiche del centrosinistra e del Pd, che ha governato la Puglia per oltre un decennio. “La responsabilità politica è del Pd – tuona Gabellone – Dal 2012, con una mozione, la Provincia espresse perplessità per un approdo in una zona a vocazione turistica”. Il presidente della Provincia di Lecce con il consigliere regionale Manca, il deputato Marti e i sindaci di Lecce, Casarano e Squinzano hanno convocato la stampa nella sede di via Oberdan per ribadire il loro impegno allo spostamento dell’approdo in un territorio a vocazione industriale. Direzione Italia vuole fare un’operazione verità: “Possibile che la Regione abbia firmato per quel l’approdo in passato e oggi nessuno abbia responsabilità per quelle firme?”.
“Ragioniamo rispetto alle aree già infrastrutturate tenendo conto della necessità del ristoro per l’impatto ambientale di una simile opera” – ha proposto Antonio Gabellone, che attacca il Pd è la sua “pantomima” per scaricare le responsabilità altrove. Da Direzione Italia rimarcano la cattiva gestione dell’iter procedurale, ma, allo stesso tempo, rivendicano la giusta compensazione dovuta al territorio per un’opera così impattante. Roberto Marti promette di combattere a fianco dei sindaci che si sono rivolti al governo per fermare l’approdo a San Foca. La parola d’ordine è rinegoziare, spostare quell’approdo, magari a Cerano, riconvertendo la centrale. A parole sembra semplice. Il deputato di Direzione Italia cita Frisullo, che ha dichiarato che l’approdo a San Foca all’inizio non era contemplato per niente, e bacchetta l’incorrenza del Pd. Direzione Italia desidera chiarire le responsabilità, a livello politico, del centrosinistra e annuncia il suo ulteriore impegno per convincere il governo a lottare per cambiare l’approdo.
Julia Pastore