LECCE – Prosegue per il 4° anno consecutivo l’impegno di Koreja all’interno dell’ambiente carcerario per diffondere, attraverso il teatro, i valori di dignità e umanità: un’importante esperienza di risocializzazione che porta la mente ad esplorare altri universi e altre opportunità. Torna anche quest’anno, infatti, Itinerario Rosa, la manifestazione promossa dall’Assessorato alla Cultura, Spettacolo e Turismo del Comune di Lecce. L’iniziativa punta a valorizzare il ruolo sociale e culturale della donna attraverso una serie di iniziative di recupero delle principali espressioni artistiche.
Quest’anno una nuova esperienza attende il pubblico all’interno dalla Casa Circondariale Borgo San Nicola.
Giovedì 27 aprile 2017 alle ore 18.00, appuntamento con “Leggere dentro”, finale di laboratorio realizzato dalle detenute di massima sicurezza della Casa Circondariale Borgo San Nicola di Lecce guidate da Anna Chiara Ingrosso e Carlo Durante, attori di Koreja. Dopo la precedente esperienza con i testi di Camilleri, Pirandello ed Elena Ferrante, è la volta di Beatrice Monroy: NIENTE CI FU, questo il titolo del lavoro teatrale nato parallelamente all’esperienza della lettura di gruppo. Ambientato nella Sicilia degli anni ’60, il testo racconta la vicenda realmente accaduta a Francesca Viola, prima donna in Italia a ribellarsi al matrimonio riparatore.
[…] Appena diciassettenne, Francesca Viola, detta Franca, dopo avere rifiutato le avances di un innamorato, viene rapita, come spesso usava a quel tempo in Sicilia, mentre si trova nella sua casa di Alcamo. Filippo Melodia, rampollo della famiglia dei Rimi, la tiene segregata e la violenta per una settimana intera. L’epilogo sarebbe stato il matrimonio riparatore, previsto dalla legge italiana come ‘ristoro’ in caso di violenza sessuale. Il padre di Franca invece finge di accettare un accordo per liberare la figlia, avvisa i carabinieri e fa arrestare Melodia.
Ci siamo chiesti come affrontare il tema violenza di genere. Come affrontarlo oggi insieme ad un gruppo di donne “detenute”. Tutte hanno un presente comune, tutte vivono e condividono la stessa situazione. Si corre spesso il rischio di generalizzare e confinarle in una categoria: detenute. Ma sono anche e soprattutto delle madri, delle mogli, delle figlie, delle sorelle e prima di tutto sono delle donne […]
Continuando il lavoro sull’identità, amicizia al femminile e scelta fatto gli scorsi anni con le detenute, quest’anno si è approfondito un tema quanto mai attuale: parlare di violenza e di scelta oggi, con donne detenute.