LECCE – “Si tratta di due progetti: il primo ‘Impresa digitale’, che costerà nel triennio oltre € 1.150.000, e il secondo ‘Servizi di orientamento al lavoro e alle professioni’, che sempre nel triennio costerà agli imprenditori quasi € 794.000. Era proprio necessario caricare ancora di costi le imprese, in un momento di grande difficoltà? Quali i motivi di questo ulteriore salasso?”. Se lo chiede la Consigliera Camerale di Lecce Roberta Mazzotta.
“Ben vengano le iniziative a favore della formazione, del progresso e del lavoro – prosegue – ma era necessario costringere le imprese, tutte le imprese, a caricarsi di ulteriori costi?
2.000.000 di euro sottratti alle imprese non sono poca cosa: in pratica, come detto nella stessa delibera, si vanificano le riduzioni decise dal governo del diritto annuale delle imprese “sostanzialmente congelando i valori del diritto annuale ai livelli del 2016”.
La cosa sarebbe già sufficientemente irritante, se il dettaglio delle cifre non rivelasse ulteriori enormità. Come rilevabile dallo stesso documento ufficiale, a domanda il Segretario Generale Francesco de Giorgio risponde:
«Ovviamente, ciò mi consente anche di precisare che nelle schede progettuali in qualche maniera siccome andiamo a individuare compiti e attività anche della struttura interna, qualche vantaggio per la struttura interna è stato assolutamente previsto, cioè sono risorse che arrivano alla Camera di Commercio di Lecce che le riscuoterà e che non saranno per intero erogate; una parte andranno anche a migliorare nel complesso le difficoltà strutturali di cui abbiamo già parlato nelle precedenti riunioni del Consiglio»
CIOÈ?
Con questi progetti si intende migliorare le difficoltà strutturali della Camera: per questa ragione le risorse attinte dalle imprese non saranno erogate per intero, ma ‘trattenute’ all’interno della Camera!
Infatti una parte di quelle cifre vanno a sostenere i costi del personale nonché i costi generali. Non sono cifre di poco conto: si tratta complessivamente di oltre 700mila euro, esattamente più di 673mila euro per le spese per il personale e oltre € 86mila euro per le spese generali.
Ma il personale viene già pagato col diritto annuale al 50% dalle imprese salentine, perché aumentare tale diritto andando a sottrarre alle imprese ulteriori risorse?
E delle altre cifre impegnate (per esempio oltre € 660.000 di costi esterni), almeno una parte importante non si sarebbero potute risparmiare utilizzando lo stesso personale della camera?
Per la formazione e la digitalizzazione la Camera dispone di un’azienda speciale, l’ASSRI, regolarmente accreditata, dove lavorano ben 6 professionisti.
All’interno della camera poi la struttura che normalmente si interessata di formazione e di promozione è composta da 3 funzionari, che ben potrebbero dedicarsi integralmente a questi progetti visto che ormai l’attività promozionale non esiste nella Camera.
Non bastano 9 PROFESSIONISTI per questi progetti?
Non basta il know how che acquisito dalla Camera per affrontare normali progetti, senza incidere sulle imprese e senza prevedere “storno” di risorse per far fronte alle difficoltà strutturali? E poi questo storno è legittimo? In un Ente Pubblico si possono “incamerare” risorse per un progetto e poi destinarle ad altro?
Se la Governance della Camera realizza con efficacia quanto riportato dal sito – conclude Mazzotta – perché una nuova gabella di 2 milioni di euro per le imprese salentine?”