SANNICOLA – «Gli strumenti di cui l’uomo dispone – scrive il filosofo Emanuele Severino – hanno la tendenza a trasformare la propria natura. Da mezzi tendono a diventare scopi. Oggi questo fenomeno ha raggiunto la sua forma più radicale. L’insieme degli strumenti delle società avanzate diventa lo scopo fondamentale di queste società». Il dominio della tecnologia sta trasformando profondamente le nostre comunità e ci mette di fronte a una scelta fondamentale: reinventarsi o finire ai margini, fuori dal mondo del lavoro. Nel primo Forum della Formazione e del Lavoro, che si è tenuto ieri a Sannicola, all’interno del nuovo Polo Universitario Leonardo da Vinci, dove scuole e imprese hanno risposto con entusiasmo, Mario Moioli, coordinatore nazionale promozione e sviluppo Fonarcom, è partito da un esempio semplice, quello della possibile scomparsa del mestiere dei tassisti.
«Nelle mie conferenze cito sempre quello che ha detto un famoso sociologo sulla grande protesta dei tassisti contro Uber, l’app del tassista privato, che li fa tanto arrabbiare. La nuova tecnologia, secondo lui, farà scomparire tra cinque anni il loro mestiere». Riflessioni inquietanti, ma la verità è che dietro non si torna: la tecnologia cambia tutto. Ce ne siamo accorti nel mondo del giornalismo televisivo, quando al posto del «messinondista», operativo tutta la notte, è arrivato il computer e le nuove e più maneggevoli telecamere sono finite nelle mani di chi doveva anche scrivere il servizio, con relativi tagli del personale tecnico. «Ci sono mestieri trasformativi – ha spiegato Moioli – dove un robot si sostituisce agli uomini, così come i tassisti, anche in altri settori si va verso la scomparsa di vecchi mestieri. Poi, ci sono i mestieri transazionali, nel terziario e nei servizi, anche quelli a rischio: è stata inventata, infatti, Amelia, una segretaria perfetta, un software, molto utilizzata in America per sostituire le attuali segretarie». È il mondo che cambia e che richiede un cambiamento anche da parte nostra.
Come si vince, allora? Come ci si difende? Sicuramente non potremo tornare più nel passato. La risposta ce la dà Moioli: «Bisogna puntare sui mestieri interazionali, quelli che offrono un valore aggiunto, creatività, contenuto non sostituibile dalle macchine. Una guida turistica che sappia raccontarti i segreti di Gallipoli in un modo simpatico o tale da attrarre particolarmente la tua attenzione, non sostituibile a software, ad esempio. Bisogna progettare, pianificare, lavorare sui mestieri interazionali con la formazione continua». La formazione è la più grande politica attiva del lavoro. Il messaggio, rivolto alle imprese intervenute ieri, è stato chiaro: solo la formazione continua più salvarle. «Costa molto di più non formarsi: è questo che bisogna far capire a tutti. Tra l’altro, col fondo interprofessionale, non ci sono più scuse: la formazione è gratuita» – ha spiegato in più occasioni Nunzia Onesti, responsabile Ennedì, ente di formazioni accreditato, che da anni lavora con successo per le aziende e che oggi punta sul grande Polo universitario di Sannicola e Lecce.
«L’impresa che fa formazione è più competitiva – ha spiegato il professore Leonardo Bianchi dell’Università Leonardo da Vinci – Nel futuro sopravviverà solo chi saprà reinventarsi, stare al passo con le tecnologie e per farlo bisogna formarsi continuamente. Il concetto non cambia nel mondo della scuola e dell’insegnamento». Eppure l’Italia è il paese più scarso d’Europa: «Solo il 10% delle piccole e medie imprese fa formazione: si taglia sulla formazione non capendo che è un investimento e non un costo»- insiste Moioli. È un dato allarmante, che spiega anche la crisi persistente della nostra economia. «Se pensate che l’istruzione sia costosa, provate con l’ignoranza» – ironizzava il rettore di Harvard, Derek Bok. Oggi non ci sono più scuse: il Fondo Paritetico Interprofessionale Fonarcom, creato da Cifa e Confsal finanzia la formazione continua dei lavoratori delle aziende italiane (sono già più di 140 mila, quasi un milione di lavoratori aderenti). Basta destinare lo 0,30% del monte contributivo Inps: è una quota già destinata alla formazione continua.
«L’adesione si effettua una tantum, in qualunque momento dell’anno- ha spiegato Moioli – selezionando il codice Farc e indicando il numero dei lavoratori soggetti al contributo obbligatorio. In questo modo i soldi della formazione obbligatoria continua, quella che per legge bisogna fare, verranno indirizzati a una formazione competitiva e all’avanguardia come quella che facciamo nel Polo di Sannicola». Il fondo interprofessionale nazionale crea una rete, sempre più ampia e sempre più ricca, con un’adesione semplice e gratuita, garantendo così a piccole e medie aziende una formazione di successo, come quella che propone nel nuovo polo del Salento l’Ente di Formazione Ennedì service e l’Università telematica Unidav – Leonardo da Vinci. Nel nuovo Polo di Sannicola e Lecce si sta già lavorando a un grande progetto di internazionalizzazione per la formazione continua post- laurea: lo annuncia Fausto Gennuso, direttore generale dell’Università Leonardo da Vinci, durante l’incontro con scuole e imprese.
«Noi vogliamo andare oltre il semplice incontro con le imprese post laurea – chiosa il responsabile Unidav – Stiamo puntando su dottorati di ricerca diretti da un Nobel, su un corso di laurea specialistico sulla Sostenibilità, cosa che ancora non c’è in Italia, che si aggiunge ai tradizionali corsi che già proponiamo». Il Polo Salentino dell’università telematica Leonardo da Vinci diventerà Polo del Mediterraneo e lavorerà con altre università europee per il riconoscimento internazionale dei titoli di studio rilasciati. Ma l’incontro di ieri, al quale hanno partecipato le scuole, in un’Aula magna affollatissima, è stato anche un’importante occasione per discutere dell’alternanza scuola – lavoro come occasione importantissima di preparazione e inserimento degli studenti nel competitivo e globalizzato mondo lavorativo. «Gli studenti hanno bisogno di unire il sapere al saper fare – ha spiegato Marinella Chezza, dirigente scolastica – Non possiamo pretendere di abbandonarli alla ricerca di un posto di lavoro dopo averli riempiti solo di teoria. Devono, invece, conoscere il mondo del lavoro con esperienze dirette e saranno capaci di inserirsi e adattarsi alle richieste di quel mondo».
«La sfida della competitività, nella società globalizzata, si vince formando, facendo incontrare lo studente con le imprese, fin dalle scuole primarie» – ha affermato Alberto Bottino – direttore generale del Miur. L’incontro di ieri è stato un successo: sono state firmate molte adesioni di scuole e aziende. Il Polo che è operativo a Sannicola è un servizio importante per il Salento: la formazione all’avanguardia, fatta da aziende di grande esperienza, è a portata di mano per tutti. Non si vince la sfida formativa senza grande competenza ed esperienza. Non è più il tempi dei furbi e dei consulenti che per far risparmiare tempo alle aziende le danneggiavano evitando la formazione. La formazione significa, soprattutto, più sicurezza sui luoghi di lavoro: le malattie professionali, i processi e gli infortuni hanno un costo molto più alto di quello richiesto per mettere l’ambiente di lavoro e i lavoratori al sicuro, come ha ricordato il giudice di pace Franco Giustizieri. L’ignoranza perde sempre sul mercato: conoscenza, innovazione e formazione continua sono le uniche armi per non sprofondare nella crisi.
A.M.Q.