TAURISANO (Lecce) – I termini massimi della custodia cautelare scadono e Giampiero Mele torna in libertà. La Corte d’assise d’appello di Taranto ha infatti scarcerato il 30enne di Taurisano, accusato dell’omicidio del figlioletto di due anni Stefano e condannato a 30 anni di reclusione. E in questi sei anni (termine massimo per la custodia per gli omicidi) la sentenza definitiva non è ancora arrivata. Mele, di concerto con il proprio avvocato difensore Gabriella Mastrolia, ha però deciso di rimanere in una comunità di recupero nel barese per continuare a seguire un percorso riabilitativo. Intanto per il 21 di aprile è fissato un nuovo (è il secondo) ricorso davanti ai giudici della Suprema Corte proposto dalla difesa di Mele contro la sentenza del 18 maggio scorso con cui i giudici della Corte d’assise d’appello di Lecce hanno confermato la condanna a 30 anni di reclusione.
Uno dei più feroci e brutali omicidi consumati nel Salento negli ultimi anni risale al 30 agosto del 2010. Il padre di Stefano avrebbe pianificato l’infanticidio nei minimi dettagli. Mele, giovane laureato in Economia e Commercio, acquistò una corda da un negozio di ferramenta nelle immediate vicinanze della sua abitazione alla periferia di Torre San Giovanni, marina di Ugento. Legò il figlio e cercò di impiccarlo per poi tagliargli la gola con un taglierino. Il giovane padre, subito dopo l’infanticidio, tentò anche di togliersi la vita tagliandosi le vene del polso sinistro.
I carabinieri della Compagnia di Casarano chiusero il cerchio in breve arrestando dopo poche ore il padre assassino. Il movente su un’azione così violenta sarebbe riconducibile alla timore di Mele di essere lasciato dalla moglie con cui il rapporto si era logorato già da tempo. Nel processo di primo grado celebratosi in abbreviato l’ipotesi che il giovane non fosse nelle condizioni di intendere e di volere venne confutata dalla consulenza del Tribunale che stabilì come Mele fosse nel pieno delle proprie capacità al momento del delitto. L’imputato si trova da tempo ai domiciliari presso una casa di cura.
F.Oli.