MELENDUGNO (Lecce) – Sono riprese stamani nel cantiere per la realizzazione del gasdotto Tap le operazioni di messa in sicurezza di 31 alberi di ulivo già espiantati e abbandonati nei giorni scorsi in seguito alle manifestazioni di protesta di chi si oppone alla costruzione dell’impianto. Anche la Prefettura di Lecce aveva disposto l’invasamento immediato degli ulivi per evitare che morissero.
Stamani sono arrivati al cantiere otto camion di Tap Italia, scortati da due pattuglie di polizia municipale, e i lavori si sono conclusi senza problemi.
Lo stop ai lavori di espianto è stato stabilito dal Tar del Lazio che ha accolto l’istanza presentata dalla Regione Puglia per l’annullamento – previa sospensione – delle Note del Ministero dell’Ambiente con cui è stata dichiarata pienamente ottemperata la prescrizione “A44”, riferita alla cosiddetta fase 0 dei lavori, autorizzando TAP all’espianto degli Ulivi ricadenti nell’area interessata dal cantiere.
Il Tar ha sospeso l’efficacia dei provvedimenti gravati, nei limiti precisati in motivazione, in attesa della discussione dell’istanza cautelare in Camera di Consiglio fissata per il 19 aprile 2017.
In particolare, il Tar ha ritenuto che – essendo già state avviate le operazioni di espianto – la misura cautelare richiesta possa venire accordata, “ai soli fini dell’immediato riesame dell’atto impugnato da parte del Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare (MATTM), con riferimento sia alle osservazioni e alle competenze della Regione (specificate nella citata prescrizione A44), sia in base all’avvenuta presentazione al medesimo Ministero, da parte di T.A.P. , di istanza di verifica di assoggettabilità a VIA del progetto esecutivo, relativo alla realizzazione del microtunnel; quanto sopra, a fini di ottimizzazione e adeguato scaglionamento temporale degli interventi di cui trattasi, in considerazione dei tempi tecnici necessari per le fasi procedurali ancora da svolgere, senza pregiudizievoli situazioni di stallo e fatta salva la ricerca delle soluzioni più opportune, per il soddisfacimento dei molteplici interessi pubblici coinvolti”.