LECCE – In mattinata si è riunita la Conferenza permanente Ambiente della Prefettura leccese per mettere d’accordo tutti sulla messa in sicurezza di alcuni ulivi espiantati nel percorso di costruzione del gasdotto. Sono 12 gli alberi con le radici tagliate pronti per un eventuale espianto. Si discute se per la sopravvivenza sia utile lasciarli a terra e trattarli o espiantarli e metterli in vaso, come vogliono fare gli esperti incaricati da Tap. Alla riunione erano presenti tutti i rappresentanti delle istituzioni interessate. I lavori del gasdotto non vanno avanti, per il momento: lo spostameto dei 16 ulivi monumentali è rimandato a novembre. I lavori si dovrebbero fermare per l’estate: questo è l’auspicio, ribadito anche oggi dal sindaco Marco Potì.
I no Tap sperano nel buon esito dell’ultimo ricorso rimasto in piedi e ne preparano degli altri. Per ora la partita è nelle mani degli artefici del gasdotto con approdo a San Foca: i giudici amministrativi hanno deciso sempre a favore di Tap. C’è ancora un ricorso alla Corte Costituzionale tra Regione Puglia e governo per la mancata intesa su questo progetto: si discuterà il 4 luglio. Le posizioni di Michele Emiliano sono già note: il governatore della Puglia vorrebbe far ricominciare l’iter per spostare l’approdo in una zona già industrializzata del brindisino. «Non ci arrendiamo. Alle 17 su mia esplicita richiesta è previsto un sopralluogo tra agronomi della Regione, di Tap e del comitato ‘No Tap’ per valutare lo stato di salute dei 12 alberi ‘zollati’ e per verificare la consistenza degli ulivi monumentali» – annuncia il sindaco di Melendugno. La battaglia continua.
L.B.