Chi aspettava il botto, può dire di essere stato accontentato; finalmente il “tiranno” è stato destituito, si è ripristinata la democrazia e si marcia finalmente verso gloriosi e fulgidi traguardi. Sembra addirittura che, per dare maggior rilevanza al fatto, si sia fatto coincidere l’esonero con il ricordo della “Resistenza”.
Ma, bando alle chiacchiere e voglio evitare di confondere il sacro con il profano, personalmente mi sento di considerare questo esonero alla stregua di tutti i precedenti, sperando solo che non siano uguali gli epiloghi. Vogliamo fare un ripasso? Bene, facciamolo.
Anno 2012, primo anno di gestione Tesoro: Lerda, Toma, Gustinetti (per i play off) per un totale di 3 allenatori.
Anno 2013, secondo anno di gestione Tesoro: Moriero, Lerda limitandosi a 2 allenatori, con l’epilogo di Frosinone e sette mesi si squalifica per Lerda.
Anno 2014, terzo anno dei Tesoro: Lerda, Pagliari, Bollini con 3 allenatori e niente play off.
Anno 2015, primo anno di gestione Sticchi, Tundo, Liguori: Asta, Braglia che porta la squadra in ginocchio ai play off che, regolarmente si perdono.
Anno 2016, secondo anno della nuova gestione: Padalino, Rizzo sperando in un risultato diverso. Perché questo excursus? Perché è bene non dimenticare, ove malauguratamente ci fosse un risultato non favorevole. In cinque anni ben 12 allenatori con i risultati, a parte l’ultimo, che ben conosciamo. In quasi tutti gli esoneri si trova sempre il Foggia in mezzo. Ricordate il 4 a 0 con Asta? Sarà, per caso, la nostra bestia nera? Meno male che se ne è andato in B!
Agli amici lettori pongo la domanda inerente all’esonero in maniera diversa a quella relativa al cambio tecnico fine a sé stesso. Poniamo che io sia un leccese trapiantato a Bergamo, non conosco i giocatori del Lecce (non vi sono nomi noti) e vedo la squadra con 72 punti ed un secondo posto blindato, poi apro il giornale e leggo che, a due partite dalla fine, in vista dei play off, viene sostituito il tecnico. Cosa posso pensare? Non certo al comune di nascita di Padalino, ma alla continuità di comportamenti anomali di dirigenze che non sono in grado di tener duro alle pressioni di parte della tifoseria. Ora Padalino potrà essere simpatico o meno, personalmente non mi è mai sembrato un tecnico per il Lecce, ma ritengo che il modo in cui sia avvenuta questa sostituzione sia da considerarsi molto discutibile e pericoloso.
Negli ultimi tempi Padalino è stato messo in croce non tanto per motivi tecnici, quanto, piuttosto per il suo abbraccio a Coletti nel dopo partita di Foggia. Personalmente non ho nemmeno considerato l’episodio, ma qui si è scatenato il finimondo. Chi mi legge sa che sono di Messina, trapiantato ormai da cinquant’anni a Lecce, ed aver visto un Lecce così arrendevole contro il Messina mi ha lasciato sconcertato, alla luce anche delle entusiastiche e giuste ovazioni rivolte a Lucarelli e Conticchio, ex grandi del Lecce, a fine partita. Come mai nessuno ha avuto nulla da ridire nonostante la partita perduta? Misteri del tifo! Lascio questo alla riflessione e valutazione di ognuno.
Ormai Padalino è il passato e Robertino Rizzo, ottimo e competente tecnico cui va la mia personale stima e fiducia, è il presente. Da leccese ha già visto tante partite e, pertanto, conosce la maggior parte dei calciatori, ma credo che abbia la capacità tecnica per tentare l’impossibile, visto il poco tempo a disposizione. Mi domando spesso: possibile che questi bravi tecnici locali (Rizzo in testa, Moriero, Calabro, Maragliulo, Miggiano e parecchi altri) non possano sedere sulla panchina di casa per la quale darebbero l’anima anche molto di più dei calciatori? Mi auguro che Rizzo possa invertire la negativa tendenza dei play off ed approdare lui leccese, con il Lecce a quella serie B che tecnici, tipo Braglia hanno portato stremato ai play off. Agli amici vorrei ricordare che, quando il Lecce entrerà ai play off, la sua avversaria sarà, quasi certamente il Gubbio. Occhio a questi lupi!
Mario La Mazza