Sarebbe dovuta essere la vigilia del referendum dei “2Sì”, quello per abolire i voucher e quello per regolamentare i rapporti di appalto; e invece è una giornata di mobilitazione e protesta per due categorie di lavoratori, gli edili e i dirigenti scolastici. Seppur si tratta di due settori con competenze specifiche molto distanti tra loro, le ragioni che hanno portato alla giornata di oggi sono molto simili, per non dire le stesse: contratti e modalità di lavoro.
Da un lato ci sono i dirigenti scolastici che hanno organizzato nelle varie scuole regionali delle assemblee indette da Flc Cgil, Cisl Scuola, Uil Scuola e Snals Confsal. Per la Puglia il luogo di ritrovo è il Convitto Cirillo di Bari, dove era prevista un’assemblea per le ore 10 con successivo sit-in davanti la sede dell’Usr. Quello che i dirigenti chiedono sono maggiori retribuzioni, poiché l’Italia è tra i Paesi europei in cui il personale scolastico viene pagato meno, e quindi un definitivo superamento del divario che ancora li separa dal resto della dirigenza pubblica. Insistono inoltre sullo snellimento della burocrazia, che negli ultimi tempi ha assorbito la maggior parte del loro tempo, mettendo in secondo piano questioni più urgenti e di loro specifica competenza.
Dall’altro lato nelle piazze di Bologna, Roma, Bari, Palermo e Cagliari sono scesi a manifestare i lavoratori edili, guidati da Fillea, contro l’Ape agevolata. Alessandro Genovesi, segretario generale di Fillea Cgil, aveva rilasciato in data di ieri un’intervista a Rassegna sindacale, precisando i motivi della loro mobilitazione. Genovesi definisce la riforma pensionistica una vera “truffa”, perché i lavoratori coinvolti sono circa 2 mila, contro i 23 mila aventi diritto. Per usufruire dell’agevolazione, infatti, è necessario avere 36 anni di contributi, di cui gli ultimi 6 continuativi. È una clausola troppo alta da chiedere a lavoratori che spesso sono costretti a lavorare a nero per non restare disoccupati. Si tratta di un lavoro discontinuo, spiega Genovesi, che spesso costringe centinaia di persone a rimanere a casa.
Secondo il segretario generale il mondo dell’edilizia necessiterebbe, più di altri settori, di una continua riconversione e uno svecchiamento del personale, per evitare i numerosi casi di infortunio e morte che ancora colpiscono i tanti over 60 che lavorano sulle impalcature.
La sensibilizzazione nazionale di oggi riguarda anche altro: si chiede la manutenzione delle infrastrutture e, quindi, necessariamente una maggiore attenzione agli investimenti in questo settore. Molto è rimasto stagnante e nel nostro paese non si spende ancora abbastanza per migliorare strade, autostrade, opere pubbliche e residenze edilizie. La manodopera scarseggia e quella esistente ormai ha una percentuale altissima di lavoratori alla soglia della pensione.
Per ultimo Genovesi chiede maggiore chiarezza sul progetto Casa Italia, archiviato dal governo, nonostante l’entusiasmo con cui il presidente Gentiloni lo aveva proposto lo scorso Aprile, e sulla questione “appalti” che continua a lasciare il Paese perplesso.
Lucrezia Rosano