LECCE – Paolo Perrone, sindaco uscente di Lecce, non ha bisogno di presentazioni. Stante a i si dice che in clima elettorale sono come dei fiumi in piena, per rompere il ghiaccio gli chiediamo se con Mauro Giliberti, che non era considerato il successore che avrebbe voluto, vi siano stati particolari difficoltà in uno schieramento collaudato, al governo di Lecce quasi per tutti da un ventennio.
“Nessuna difficoltà, Mauro Giliberti lo conosco da quando eravamo ragazzi; fu proprio a lui, giornalista agli anzi, che rilasciai la mia prima intervista da assessore. Tra di noi vi è un rapporto di stima reciproca cementato negli anni. Quando, dopo svariati incontri, si è scelto di optare per un candidato non politico, io ho suggerito il nome di Mauro che, sono convinto, è in grado non solo di tenere unita la coalizione, ma di condurla anche alla vittoria. In questa campagna elettorale ha dovuto recuperare non tanto un gap di conoscenza, essendo lui stato un volto televisivo molto noto nel territorio, conoscitore della realtà della politica dal punto di vista giornalistico, ma quanto il fatto di essere considerato un corpo estraneo alla politica attiva cittadina. Se uno schieramento non riesce a trovare un candidato che sia sintesi politica della coalizione che lo sceglie, bisogna rivolgersi ad uno esterno, con Mauro c’è grande sintonia e con lui ci avviamo a vincere questa tornata elettorale. Il fatto stesso che io sia candidato al Consiglio Comunale, che ci metta la faccia, sta a significare che io voglio vincere insieme a Mauro”.
Partendo dalla sua lunga esperienza di governo abbiamo chiesto a Paolo Perrone cos’altro può dare al territorio:
“Se i cittadini di Lecce mi confermeranno la loro fiducia e il loro affetto, io credo che si possa continuare a dare una mano a Lecce ed al territorio salentino. Oggi all’interno del Consiglio Comunale e domani, se mi sarà data la possibilità, anche da altre postazioni”.
Quando gli prospettiamo un eventuale ballottaggio fra Delli Noci e Salvemini e a chi darebbe il suo appoggio, ci risponde secco:
“La domanda è irricevibile in quanto, al di fuori di qualsiasi fantasia, con lo stesso ragionamento si potrebbe ipotizzare un ballottaggio fra Ruberti e Casapound. Giliberti vincerà al primo turno, se non dovesse vincere al primo turno andrà sicuramente al ballottaggio. Delli Noci toglierà voti alla sinistra ed al movimento cinque stelle; la sua fuoriuscita non preoccupa in quanto, a differenza degli altri schieramenti, lui è critico nei confronti dell’amministrazione solo da qualche mese mentre la sinistra ed i cinque stelle hanno un cammino molto più lungo”.
Dando per certa l’ineludibile vittoria finale, quale settore potrebbe andare a ricoprire Paolo Perrone qualora gli si chiedesse un coinvolgimento diretto in giunta?
“Il mio desiderio è quello di essere utile alla mia città, qualunque cosa mi venisse chiesta. In questi anni Lecce è cresciuta sia a livello nazionale che internazionale, ed è una città diversa da come io l’ho trovata dieci anni fa. Un cammino iniziato con la vecchia amministrazione sicuramente, ma crescendo in controtendenza ad una fase storica di recessione”.
Le dissonanze in politica sono fisiologiche, la visione che i suoi antagonisti hanno di Lecce è diversa, con molto meno rose e fiori di come la descrive.
“Per questo perdono da vent’anni; non sono in grado di interpretare le esigenze della nostra comunità, ma soprattutto non sono in grado di riconoscere, e l’elettorato non è stupido, i meriti di una amministrazione che nel bene e nel male ha fatto tanto per questa città. Ancora tanto resta da fare, la maggioranza dei cittadini mi ha sempre premiato alle elezioni ed nei sondaggi d’opinione, quindi l’11 giugno scopriremo se i cittadini la pensano in maniera analoga a come hanno valutato l’operato del sindaco Perrone negli ultimi dieci anni, oppure hanno cambiato idea. Se poi ci soffermiamo a cosa offrono agli elettori gli altri schieramenti il discorso è presto fatto; Alessandro Delli Noci, da sei mesi, solo acredine nei confronti di una amministrazione di cui ha fatto parte senza mai sollevare obiezione alcuna. Carlo Salvemini ha sempre attuato una politica contro e povera di contenuti. Questa è naturalmente la mia personalissima percezione”.
Un Paolo Perrone molto determinato che in poche righe manda un messaggio ben chiaro agli avversari, nella corrida elettorale che, da qui a poco, andrà in scena. Bisogna però che tutti i contendenti facciano proprio il vecchio adagio: ”non vendere la pelle dell’orso prima di averlo ucciso”. Al di là delle fazioni politiche l’importante è che alla fine a vincere sia Lecce.
Oronzo Perlangeli