È un po’ come se il più terribile degli incubi di colpo si avverasse. Un momento prima sei una donna vincente, in carriera, con un uomo accanto con cui andare incontro alla vita e un attimo dopo invece ti risvegli a casa dei tuoi e ti rigiri nello stesso letto di quando eri ancora una ragazzina piena di sogni con cui cullarsi, sognando un futuro da protagonista. Ma purtroppo non sei più una ragazzina, quel letto è troppo piccolo per te e i sogni di una volta li hai già vissuti, o così almeno credi, e si sono accartocciati per terra come foglie morte a testimonianza di un periodo della tua vita che sembra morto per sempre. Finisci per passare il tempo a leccarti le ferite; come un malato ti trascini dal letto al divano, maledicendo la sorte, e sulle spalle senti pesare come un macigno un detestabile senso di disfacimento.
Fallita, sfigata, depressa: è così che si sente Michela, la protagonista dell’ultimo libro di Simona Toma “Da domani mi alzo presto”, Sperling & Kupfer editore, che dalla mattina alla sera, in un solo giorno, si ritrova senza lavoro e senza ragazzo e, come un cane bastonato con la coda tra le gambe, lascia Milano per tornare dai suoi senza soldi, senza prospettive. «La storia di Michela nasce due anni fa, durante un periodo in cui scrivere mi era diventato odioso e difficilissimo, ma è arrivata, non tanto all’improvviso, questa storia che, per vissuto personale e storico, un po’ conoscevo: la mia storia e quella di molti altri che per ragioni sempre uguali sono “ritornati” – Ci racconta Simona, parlandoci del libro – Ecco, lì ho capito che il tema del ritorno mi stava molto a cuore e che volevo costruire una narrativa su questo argomento, sul secondo tempo della vita».
Perché è così in fondo, giusto? Tutti hanno diritto ad una seconda possibilità, anche se magari uno neanche se la sogna. Ma Michela è fortunata, a fare il tifo per lei ha Carla, madre all’attacco di figlia depressa; Onorina, dalle Filippine con furore, sodale e alter ego di Carla, custode efficientissima e grande vestale della magione dei genitori di Michela; Giulia, curvaiola, tennista, surfista, grandissima bevitrice di birra e tiratardi; e poi Aurora, un caschetto biondo e arruffato, occhi blu e occhialoni viola grandi e pesanti. Tra battute d’arresto, partenze, arrivi e ritorni, sconfitte e rese dei conti, Michela riuscirà ad afferrare la sua seconda grande occasione per essere felice?
A quanti di noi è successo di dover ritornare sui propri passi e trovare la forza di ricominciare? Con una scrittura frizzante, mai banale, fortemente ironica, a volte pungente e senza falsi pudori Simona Toma, scrittrice leccese, autrice di libri anche per bambini e ragazzi, si sofferma su temi attualissimi in cui è facile identificarsi. Lo fa con stile, rinunciando ad un possibile pietismo. Ingranando la marcia del riscatto, diverte e invita a riflettere. Vien facile da chiedersi quanto ci sia di Simona nel personaggio di Michela.
«L’attacco è, indubbiamente, autobiografico ma, poi, la storia e Michela, quasi subito in verità, prendono altre vie che io non conoscevo fin quando non me le ha fatte scoprire lei – ci svela – Nei miei personaggi ci sono io, è vero, ma ci sono soprattutto le persone che hanno avuto, per vari motivi, la “sfortuna” di incontrarmi, di condividere con me pezzetti di vita: sono una grandissima e pericolosissima “cannibalizzatrice” di esistenze altrui. Io non parlo, io scrivo. Le protagoniste dei miei libri sono donne che dello scivolare sulla buccia di banana hanno fatto un’arte, hanno anticipato la risata del pubblico e si sono rialzate», conclude Simona invitandoci il prossimo venerdì 26 maggio, alle ore 19.00, ad andare a trovarla alla libreria La Feltrinelli a Lecce, dove si terrà la presentazione del libro.
Marcella Negro