LECCE – Richiesta di rinvio a giudizio e fissazione dell’udienza preliminare. Rischia di finire sotto processo un ristoratore leccese con l’accusa di estorsione aggravata ai danni di un proprio dipendente di origini marocchine. L’appuntamento davanti al gup è fissato per la fine di giugno. Dovrà comparire il 45enne S.V., titolare di un noto ristorante nei pressi di Piazza Sant’Oronzo. L’indagine è stata avviata con una denuncia di un giovane di nazionalità straniera assistito dall’avvocato Carlo Viva. Il dipendente ha riferito di minacce di licenziamento se non avesse accettato paghe inferiori a quelle pattuite. Il ristoratore avrebbe concordato l’assunzione del lavoratore assegnandogli le mansioni di lavapiatti assicurandogli contestualmente la regolarizzazione del rapporto di lavoro.
Dopo pochi giorni, però, seguendo l’impostazione accusatoria, S.V. avrebbe cambiato le carte in tavola arrivando a minacciare il lavoratore. Come? Comunicandogli che avrebbe corrisposto 10 euro e comunque somme inferiori e con consistenti ritardi senza peraltro provvedere alla regolarizzazione del rapporto. E se non avesse accettato le condizioni stabilite sarebbe stato immediatamente licenziato. Il ristoratore non avrebbe così adempiuto all’erogazione delle somme dovute (anche a titolo di oneri contributivi e previdenziali ) arrivando a minacciare il dipendente che pretendeva la somma 190 euro per 19 giorni di lavoro non pagati. Sarebbero volate frasi del tipo: “Non venire più qui”; “se vieni ti taglio la testa e ci gioco a pallone”; “e porta con te”. Minacce condite mimando il gesto del taglio alla gola e costringendo di fatto la persona offesa a non pretendere più quanto dovuto.
Sulla scorta delle indagini, il sostituto procuratore Roberta Licci ha prima chiuso le indagini e poi richiesto il rinvio a giudizio del ristoratore. L’imputato è difeso dall’avvocato Fulvio Pedone.
F.Oli.