Una lunga, lunghissima carriera quella di Laura Petracca, pittrice salentina, che lascia il segno nel senso più ampio e diversificato del termine. Le prime mosse del suo significativo percorso artistico prendono avvio, lente e ponderate, nel lontano 1982, a soli diciannove anni, con la prima personale a Specchia, suo paese di origine e luogo dove ha deciso di vivere. Da qui la sua progressione, che si presenta esponenziale a partire dagli anni ’90, presentando le sue opere sia in ambito nazionale, soprattutto a Roma e a Firenze, ma anche internazionale fino a Tokio e alla prestigiosa Montecarlo: un incedere che tocca momenti apicali tra il 2011 e il 2014. E’ proprio a questo periodo che risale la nostra conoscenza, per il tramite di Pompea Vergaro. E’ proprio in questo tempo che prendo atto dei suoi quadri, semplici, ma non semplicistici, essenziali, ma mai banali: solari e dotati di una forza, che fanno da specchio ad una personalità massiccia e vigorosa, quale appunto quella di Laura. E proprio per questo che lasciano il segno, una traccia permanente nell’animo, che solo col tempo si riesce a concettualizza: d’emblée rimani abbagliato, ma senza tumulti dell’animo: solo movimenti delicati, raffinati e composti.
Anche con Laura, qualche giorno fa, un caffè accompagnato da un’amena chiacchierata, questa volta a casa sua, per conoscerla meglio, nel dettaglio del suo pensiero e delle sue intenzioni artistiche. Senza dubbio Laura è un’esteta, amante del bello, dotata di una grande energia: tellurica. E tutto ciò si traduce in pittura, dove la sua opera è opera ordinatrice, che porta in forma simbolica e, a tratti, schematica, il magma delle parti più profonde, dei recessi più nascosti dell’anima, con le sue ambivalenze e le sue contraddizioni. Ad occhio attento, la sua pittura svela e rivela costantemente l’animo umano, il suo, complesso e compiuto.
Sintesi e compostezza, dunque, nelle sue opere, che ritraggono prevalentemente i paesaggi salentini. Ma non solo. Copiosa è la sua produzione di motivi floreali.
Dal 2015, Laura rallenta con i suoi tour, che peraltro si limitano soprattutto allo scenario leccese, dove è conosciutissima. Tutto ciò, probabilmente perché per lei è ora il momento della ri-creazione, della ri-generazione, del rinnovamento, per accedere a forme e contenuti più consoni alla sua età e forse anche al momento storico che stiamo vivendo, caratterizzato da un veloce cambiamento che si è avviato dopo il 2010, e che ha portato ad un significativo mutamento sociale ed esistenziale. Un tempo sabbatico per Laura, questo dunque, nel quale distillare ulteriormente i suoi processi artistici e creativi.
Sicuramente, Laura dipinge prevalentemente per sé: è un balsamo per la sua anima, che si caratterizza per un diuturno fermento, movimento, tensione. Ma senza troppo volerlo, però, nella condivisione delle sue opere rimanda al visitatore, all’osservatore sensi di equilibrio, pace e purezza di significati.
D’altro canto, va detto che, Laura Petracca è donna e artista moderna, modernissima. Infatti, è lontana da qualsiasi forma di taylorismo e fordismo poietiche. Molte altre sono le sue espressioni artistiche che la connotano e legate, ad esempio al canto: è un soprano con all’attivo varie performance anche di spessore e ampiezza. Dall’altra, ancora, si cimenta nell’attività decorativa di stoffe, abiti, ceramiche e vetri di vario genere e, per professione, insegna disegno e storia del costume e della moda a Tricase. Un animo sensibile e complesso il suo, dove con prudenza lei definisce la bellezza come armonia e misura e punto d’arrivo per l’esistenza.
E’ stato un vero piacere incontrare Laura: composta e dotata di grande garbo nel proferire, mentre il suo volto fa trasparire sempre tutto il suo entusiasmo per la vita, il piacere di essere inondata dal sole.
Mauro Ragosta