di Gaetano Gorgoni
GALLIPOLI – Come un grande mostro di cemento che fagocita la pineta sottostante, le palazzine costruite dalle ditte appartenenti agli eredi di Giorgio Marzano (compresa la famiglia Inguscio), di Matino, col loro cemento oscurano una delle più belle spiagge della perla dello Jonio. Ora i proprietari vogliono vendere e sembra che si siano rimessi a lavorare per realizzare degli appartamenti. I due plessi nascono come alberghi negli anni ’90, ma dalle indiscrezioni trapelate risulta che sia stata fatta una variazione di destinazione d’uso successivamente per ricavarne abitazioni private: i lavori sono stati avviati intorno al 2006, poi tutto si è fermato. Tutto è rimasto incompiuto, scarnificato ed esteticamente rivoltante. Lì dove doveva sorgere un albergo, da anni, alberga il vuoto e la «rottura paesaggistica». Un enorme scatolone, che oscura il panorama: questo sono i ‘palazzoni’ incompiuti di Rivabella. Visti così danno una sensazione claustrofobica: finiti forse sarebbero più accettabili. La certezza è che questo che oggi si presenta come uno sfregio urbano, ha tutte le autorizzazioni in regola: alle sue spalle c’è una lunga spiaggia, a due passi una pineta, tra la sabbia bianca e l’acqua cristallina.
Il grande albergo, con i relativi servizi, non nascerà: al suo posto saranno edificati gli appartamenti dei vacanzieri, in una zona residenziale che fa gola a molti imprenditori. Per calmare i vicini, che lamentavano l’oscuramento della vista, i «palazzacci» (l’appellativo che hanno dato alcuni residenti) sono stati realizzati con un piano in meno. Le autorizzazioni ci sono, comprese quelle della Soprintendenza. Il dottor Cesareo Faiulo era uno degli imprenditori disposti ad acquistarlo per riavviare il progetto dell’albergo, ma, viste le polemiche che lo hanno travolto, ha deciso di fare dietrofront: stava trattando per l’acquisto dell’intera azienda. «Io mi interesso solo del benessere dei miei dipendenti, sono stato attaccato durante la campagna elettorale solo perché volevo realizzare un albergo lì dove è tutto fermo da anni» – ci spiega l’imprenditore al telefono. Intanto, sembra che i lavori siano ripresi per trasformare tutto in appartamenti. In futuro, però, speriamo che le montagne di cemento a ridosso delle pinete e del mare vengano sostituite con case basse ed esteticamente tollerabili, perché la bellezza salverà il mondo e anche il turismo.