Francesco Calabro, 43 anni, sposato con due figlie. Avvocato penalista, svolge la sua professione prevalentemente nei settori dei reati contro l’ordine pubblico e la pubblica amministrazione.
È la prima volta per lei in campagna elettorale: cosa l’ha portata a decidere di candidarsi?
“Ho scelto di candidarmi perché sono convinto che sia giunto il momento di assumersi la responsabilità – impegnandosi in prima persona – di promuovere quel cambiamento radicale di cui Lecce ha assoluto bisogno. Credo che Carlo Salvemini, per la sua storia personale e politica, sia la persona che più di ogni altra, a sinistra, possa interpretare questa volontà di cambiamento e tradurla in concreti atti di governo.”
Le chiedo due buone ragioni per le quali un elettore dovrebbe scegliere lei.
“Ho una sincera passione politica. Voglio metterla al servizio della mia comunità, con umiltà ma con estrema determinazione e con grande entusiasmo.
Penso, poi, di conoscere molto bene la storia recente di questa città. Ho avuto l’opportunità, grazie al mio lavoro, di studiarne i passaggi più significativi degli ultimi venti anni e molto spesso di viverli in prima persona, come difensore dei più deboli, degli esclusi, dei non allineati.
Per loro, soprattutto, vorrei che Lecce diventasse una città diversa, meno conformista e meno chiusa su se stessa. Una città finalmente aperta alle persone e alle idee, che si sviluppi a vantaggio di una comunità che da troppo tempo è ostaggio di pochi, anzi sempre degli stessi.”
Quali dovrebbero essere le inversioni di tendenza rispetto alla precedente amministrazione?
“Cicli di governo lunghi come quello che sta per concludersi determinano inevitabilmente incrostazioni nel rapporto tra amministratori e amministrati, distorsioni nella gestione della cosa pubblica e l’assuefazione, che a Lecce è molto evidente, a una logica quasi feudale del favore, della discrezionalità, che è l’esatto contrario della logica moderna dei diritti di cittadinanza. Bisogna ribaltare questa prospettiva, rimettendo i cittadini e i loro bisogni al centro di un’azione amministrativa comprensibile, trasparente, imparziale.”
Quali sono per lei le urgenze di Lecce?
“Lecce ha bisogno di ripensare completamente il sistema dei trasporti pubblici, risolvendo una volta per tutte il problema del filobus che è stata l’opera più inutile e dannosa degli ultimi venti anni. Ha bisogno di verde e di servizi. Ha bisogno, soprattutto, di risolvere l’emergenza abitativa e di individuare spazi di aggregazione dove sia possibile, e aperto a tutti, il confronto di idee e di talenti.”