LECCE – “Sono scolpiti nella memoria, mia e di Lecce Bene Comune, i mugugni in sala in occasione di diversi confronti pubblici, quando denunciavamo la presenza sulla scheda elettorale di una forza politica dichiaratamente anticostituzionale. Ricordiamo anche i volti infastiditi. Così come ricordiamo i volti dei tanti, anche da parte democratica, che ci dicevano che quelle “idee” andavano sì sconfitte, ma nel confronto democratico. E oggi tutti quei volti ci scorrono davanti agli occhi, in rapida successione dopo l’immagine dei cartelli appesi sulla porta del circolo Arci Zei di Lecce. Per noi, quei mugugni e quei consigli, oggi, suonano come complicità con chi ha messo quei cartelli. Indiretta, ma complicità”. Lo dichiara il candidato sindaco per Lecce Bene Comune, Luca Ruberti
“Evidentemente – prosegue – occorre ricordarlo a tutti, anche a chi non pensavamo ne avesse bisogno, che il fascismo non è un’idea “democratica” ma un crimine, sancito da tribunali internazionali, da costituzioni e da leggi ordinarie che, purtroppo, non hanno mai trovato piena applicazione. Ce lo insegna la storia e ce lo conferma l’attualità. Due ottime maestre, per chi le sa ascoltare. La storia è nota a tutti, compreso chi preferisce rimuoverla. L’attualità, probabilmente, è ignorata dai più. L’attualità ci dice che molti aderenti a questo tipo di organizzazioni fasciste, come quella candidata o come quella che ha firmato i cartelli sulla porta di Zei, continuano ad essere frequentemente condannati per crimini violenti intrisi di odio razziale. Oggi, non 60 anni fa.
Nell’esprimere solidarietà all’ANPI e a Zei – conclude Ruberti – c’è una cosa che voglio dire chiaramente: alle organizzazioni neofasciste, come a chiunque continui ad ispirarsi allo stesso crimine, non può essere concessa alcun tipo di agibilità politica, che si tratti di candidature, di ospitalità nelle proprie coalizioni politiche o di semplice timidezza nel contrastarli. Il fascismo è un crimine e l’accondiscendenza, sotto qualsiasi forma, è complicità”.