di Gaetano Gorgoni
LECCE – Verbali per oltre 1.200 euro senza senso: li ha dovuti annullare il giudice di appello, dopo tanto tempo perso e due processi. Un imprenditore che distribuisce i suoi prodotti nel centro, pur avendo l’autorizzazione, continua a prendere multe. Ne abbiamo parlato in passato, quando è arrivata la prima stangata per l’amministrazione comunale. Il Comune di Lecce intasca 12 milioni di euro all’anno grazie alle contravvenzioni, forse anche perché qualcuno anziché perdere tempo e denaro con avvocati e processi preferisce pagare pure quando è dalla parte della ragione. Non è bastato il primo grado al Comune di Lecce: è stato condannato anche nel secondo grado. Perseverare è diabolico, ma di questo non sembrano accorgersi i responsabili di queste scelte: tanto gli avvocati comunali non li paga chi decide di avventurarsi in questi contenziosi. Come si fa a multare nella zona a traffico limitato chi ha il pass? Come si fa a non annullare la multa in autotutela, se il cittadino in questione esibisce quel pass? Sono le domande che l’avvocato Salvatore De Mitri ha rivolto per conto del suo assistito ai giudici.
Il cittadino in questione, che si sente vessato, ha smesso di fare consegne nel centro, pur avendo vinto: troppo stress, non ce la fa più a correre dietro a vigili urbani e avvocati. «I responsabili fanno sempre spallucce, anche quando si esibiscono i titoli che smentiscono la multa – spiega il legale – “Faccia ricorso”, ti dicono. Quindi, partono contenziosi, che poi il Comune paga profumatamente, anche quando è palesemente dalla parte del torto». Il Tribunale di Lecce, giudice dottoressa Federica Sterzi Barolo, ha condannato in appello il Comune di Lecce, il quale aveva impugnato la sentenza del Giudice di Pace di Lecce, che lo vedeva soccombente per un ricorso proposto da un cittadino leccese, D.T., avverso le sanzioni illegittimamente emesse per la presunta violazione al codice della strada per la Zona a Traffico Limitato.