Nel precedente articolo abbiamo trattato della riconquista della Puglia, operata da Guglielmo I il Malo, vediamo in questa sede di analizzare una delle figure più importanti nel contesto della lotta per la successione al trono di Sicilia, negli anni immediatamente successivi.
Tancredi de Hauteville era figlio naturale di Ruggero III di Puglia, a sua volta figlio maggiore di Ruggero II Re di Sicilia, e di Emma figlia del Conte di Lecce Accardo II. Alla morte del nonno paterno si alleò con Ruggero Sclavo Conte di Butera e, nel 1160, insieme appoggiarono la rivolta contro Guglielmo I il Malo ed i Saraceni suoi protetti, promossa da Mattia Bonello. I due scatenarono le loro forze contro i Saraceni e gli Arabi superstiti, massacrandoli. Il sovrano, che era zio di Tancredi, ricostituì un esercito, basato sempre su milizie saracene, e si diresse verso Butera e Piazza Armerina che furono rase al suolo. Nell’estate del 1161 Tancredi e Ruggero si arresero ed ebbero salva la vita, tuttavia furono condannati all’esilio, il primo a Costantinopoli, il secondo probabilmente in Terra Santa.
Morto Guglielmo I, Tancredi ritornò in patria, giurando fedeltà al nuovo sovrano, suo cugino Guglielmo II il Buono, e partecipando ad azioni militari con la flotta normanna, comandata da Margheritone da Brindisi, tuttavia, quando nel 1189 anche questo re morì, si pose la questione della successione. Secondo alcune fonti, infatti, Guglielmo II avrebbe indicato come suo successore la zia Costanza, accettando così il matrimonio di questa con Enrico VI di Svevia, figlio di Federico I Barbarossa, obbligando così i cavalieri a giurarle fedeltà. Molti Normanni, però, non gradivano l’idea di vedere il principe tedesco sul trono di Sicilia, pertanto, essendo Tancredi l’ultimo superstite maschio della casata de Hauteville, nonostante fosse illegittimo, nel novembre 1189 lo incoronarono Re di Sicilia a Palermo con l’appoggio del pontefice.
Divenuto imperatore, alla morte del Barbarossa, Enrico VI decise di riconquistare il Regno di Sicilia, grazie al supporto della flotta della Repubblica marinara di Pisa, ma l’operazione si rivelò un insuccesso poiché la marina siciliana riuscì a sconfiggere quella pisana, mentre sulle armate imperiali si abbattevano una serie di eventi nefasti, fra cui una terribile pestilenza, che le decimarono. Tra l’altro, Tancredi riuscì a catturare sua zia Costanza e ad imprigionarla, pretendendo che Enrico stipulasse una tregua. Per dimostrare la propria buona volontà, accettò di consegnare l’ostaggio nelle mani del pontefice Celestino III, ma il convoglio che portava Costanza a Roma venne attaccato da alcune aliquote imperiali che la liberarono, cancellando così anche la sottoscrizione della tregua.
Dopo pochi anni, nel 1194 Tancredi moriva in seguito ad una malattia, mentre era impegnato in una campagna militare contro alcuni vassalli della parte continentale del regno, che appoggiavano l’ascesa al trono dello svevo. Essendo morto, l’anno precedente, il suo primogenito Ruggero, fu designato come suo successore il secondo figlio, Guglielmo, che però aveva solo nove anni, pertanto la reggenza fu affidata alla di lui madre Sibilla di Medania. Lo stesso anno, approfittando della scomparsa di Tancredi, Enrico VI guidava un azione militare contro la Sicilia, impossessandosi del regno. Dal suo matrimonio con Costanza nascerà Federico II di Svevia, conosciuto anche come Puer Apuliae.
Cosimo Enrico Marseglia
Bibliografia:
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