di Francesco Oliva
GALATINA – SALICE SALENTINO – SQUINZANO (Lecce) – Falsi certificati medici per assentarsi dal posto di lavoro e, nel frattempo, offrire i propri servizi da tutt’altra parte. In tre rischiano il processo nell’ambito di una delle innumerevoli inchieste sulle presunte truffe ai danni dell’Asl. Nei prossimi giorni davanti al gup Stefano Sernia dovranno comparire: Alessandro Barbaro, 47 anni, di Galatina, in qualità di sottoufficiale dell’Aeronautica Militare in servizio presso l’infermeria del 61esimo stormo di Galatina; Addolorata Giannotte, 44, di Salice Salentino, infermiera presso l’Asl fino al 2013 e Salvatore Calora, 62, di Squinzano, dipendente dell’Asl. Le accuse, a vario titolo, sono di truffa aggravata e falso. Le indagini sono state condotte dai militari della Guardia di Finanza di Lecce tramite accertamenti meticolosi e scrupolosi coordinati dal procuratore aggiunto Antonio De Donno.
Nello specifico le accuse. Tra il 2011 e il 2013, Barbaro avrebbe presentato certificazioni mediche per attestare inesistenti condizioni di malattia in particolare tramite visite in uno studio dentistico. Tali visite non avrebbero comunque condizionato la sua possibilità di lavoro né tanto meno istanze di permessi per assistenza ai propri familiari con la legge 104/1992; impossibilità a prestare servizio per cure dentarie senza mai depositare certificazione medica di riscontro. Barbaro si sarebbe così assentato dal posto di lavoro beneficiando comunque di periodi di assenza comunque retribuiti. Secondo le indagini, il militare avrebbe comunque prestato servizio presso un’associazione di volontariato dove veniva regolarmente retribuito.
C’è poi la posizione di Addolorata Giannotte, infermiera presso l’Asl sino al dicembre del 2013. La donna avrebbe presentato ripetute istanze di permesso per ragioni di malattia del figlio ottenendo di essere autorizzata ad assentarsi dal servizio. In tal modo avrebbe beneficiato di periodi di assenza retributiva prestando comunque servizio in due differenti associazioni dove veniva regolarmente retribuita.
Al vaglio di un giudice per l’udienza preliminare finirà anche la posizione di Salvatore Calora in qualità di dipendente dell’Asl di Lecce. Anche in questo caso l’imputato avrebbe prodotto certificazioni mediche per attestare inesistenti condizioni di malattia tramite istanze di permessi per assistenza familiare con la ex legge 104/1992. Tra febbraio 2011 e dicembre 2102, Calora avrebbe comunque proseguito a beneficiare della retribuzione dal servizio lavorando nel contempo in due differenti associazioni di volontariato. L’Asl segue il caso con la massima attenzione così come tutti gli altri procedimenti per presunte truffe. Gli imputati sono difesi dagli avvocati Luigi Covella, Giuseppe Bonsegna e Maurizio Scardia.