COPERTINO (Lecce) – Giunge al capolinea l’inchiesta sull’incidente stradale in cui perse la vita il 10 novembre scorso il giovane studente di appena 16 anni Emanuele Raganato, di Copertino. L’accusa di omicidio stradale viene contestata ad A.F., 28enne, compaesana della vittima, così come contenuto nell’avviso di conclusione delle indagini preliminari a firma del pubblico ministero Paola Guglielmi. Il sinistro si verificò all’altezza di un incrocio tra via De Gasperi e via Lecce nel centro abitato di Copertino. Secondo la ricostruzione effettuata dai carabinieri della locale tenenza, la donna alla guida dell’auto svoltava a sinistra, mentre il giovane procedeva lungo il rettilineo.
“Per negligenza, imperizia e imprudenza”, A.F. avrebbe invaso l’opposta corsia di marcia finendo contro un Gilera Stalker 50 condotto dalla giovane vittima. Raganato tentò una disperata frenata ma l’impatto, anche per il manto stradale reso viscido dalla pioggia, fu violentissimo. Il giovane morì dopo pochi minuti per i traumi riportati in testa, al torace e all’addome. Per comprendere la violenza dell’urto è sufficiente sottolineare come il casco del 16enne venne ritrovato a circa 25 metri di distanza dal punto dell’impatto.
Nel corso delle indagini, il consulente nominato dalla Procura, Lelly Napoli, ha accertato causa, dinamica e velocità dei due mezzi. Il giovane centauro viaggiava ad una velocità di circa 47 km/h ben superore al limite di 30 km/h su quel tratto di strada urbano. L’avviso di conclusione delle indagini preliminari non corrisponde ad un verdetto di colpevolezza anticipato. A.F., assistita dall’avvocato Daniele Scala, chiederà di essere interrogata nei prossimi giorni per fornire la propria ricostruzione prima che il pm formalizzi l’eventuale richiesta di rinvio a giudizio. I familiari del giovane, titolari di una ditta specializzata in servizi ambientali e molto conosciuti a Copertino, sono assistiti dall’avvocato Francesco Spagnolo.
F.Oli.