Dopo la Disfida di Barletta, nei mesi successivi a quel fatidico 13 febbraio 1503, la contesa fra Francesi e Spagnoli per il controllo del Regno di Napoli, andò sempre più accentuandosi: lo scontro armato fra i due contendenti era ormai inevitabile. La prima occasione per un urto fra i due eserciti si presenta quasi occasionalmente, pochi giorni dopo la disfida.
Ricevuta la notizia che gli abitanti di Castellaneta, aiutati da alcuni soldati spagnoli, sono in rivolta contro il distaccamento francese ivi stanziato, Louis d’Armagnac Duca di Nemours lascia la piazzaforte di Ruvo, da dove tra l’altro erano venuti i tredici cavalieri della disfida, ed alla testa di alcune forze si dirige verso la cittadina ionica. Il Viceré degli Abruzzi, Jacques de la Palice, assume il comando delle restanti forze francesi a Ruvo. Giunto a conoscenza della manovra del nemico, Consalvo de Cordoba, stanziato a Barletta con il grosso delle forze spagnole, organizza un’offensiva contro la piazzaforte rimasta pressoché sguarnita. Le operazioni cominciano nella notte del 22 febbraio 1500, poche ore dopo la partenza del Duca di Nemours per Castellaneta, e vi prendono parte, oltre al de Cordoba, anche Diego Garcia de Paredes, Prospero e Fabrizio Colonna.
Giunti di fronte a Ruvo, il comandante spagnolo la cinge d’assedio disponendo l’artiglieria, composta da quattro cannoni e sette falconetti. La mattina del 23 febbraio inizia lo scontro e la città resiste per circa sette ore, poi una palla sparata da un cannone riesce ad aprire una breccia nelle mura, consentendo l’assalto degli Spagnoli che, sebbene in un primo tempo sono respinti dalla strenua resistenza dei difensori, al secondo affondo penetrano attraverso il varco e battono i Francesi, catturando anche Jacques de la Palice che viene portato a Barletta insieme ad un alto numeri di prigionieri. Durante l’assedio, per effetto del bombardamento operato con l’artiglieria, muoiono anche diversi civili della città.
Sotto le mura de Castellaneta Louis d’Armagnac apprende dell’assedio contro Ruvo e subito dispone il rientro delle forze in suo soccorso tuttavia, una volta arrivato, può solo prendere atto che sulle mura sventola la bandiera spagnola.
Cosimo Enrico Marseglia
Cosimo Enrico Marseglia nato a Lecce, città in cui vive. Ha frequentato i corsi regolari dell’Accademia Militare dell’Esercito Italiano in Modena e della Scuola di Applicazione dell’Arma TRAMAT presso la cittadella militare Cecchignola in Roma, ed ha prestato servizio come ufficiale dell’Esercito presso il 3° Battaglione Logistico di Manovra in Milano, il Distretto Militare di Lecce ed il Battaglione Logistico della Brigata Pinerolo in Bari. Dopo otto anni in servizio permanente effettivo, ha lasciato la carriera militare, dedicandosi alla musica jazz ed al teatro. Ha collaborato con il Dipartimento di Studi Storici dell’Università del Salento, come esperto di Storia Militare, e dal 2009 è ufficiale commissario del Corpo Militare della Croce Rossa Italiana. Scrive per L’Autiere, organo ufficiale dell’ANAI (Associazione Nazionale Autieri d’Italia), Sallentina Tellus (Rivista dell’Ordine del Santo Sepolcro), per L’Idomeneo (Rivista dell’Associazione di Storia Patria) e per altre testate. Ha già pubblicato Les Enfants de la Patrie. La Rivoluzione Francese ed il Primo Impero vissuti sui campi di battaglia (2007), Il Flagello Militare. L’Arte della Guerra in Giovan Battista Martena, artigliere del XVII secolo (2009), Battaglie e fatti d’arme in Puglia. La regione come teatro di scontro dall’antichità all’età contemporanea (2011), Devoto ad Ippocrate. Rodolfo Foscarini ufficiale medico C.R.I. fra ricerca e grande guerra (2015), Marseglia. Storia di una famiglia attraverso i secoli (2016) per la Edit Santoro, e Attacco a Maruggio. 13 giugno 1637. Cronaca di una giornata di pirateria turca nel contesto politico-sociale europeo (2010) per la Apulus, quest’ultimo insieme al Dott. Tonino Filomena. Inoltre ha conseguito il Diploma Universitario in Scienze Strategiche presso l’Università di Modena e Reggio