NARDO’ (Lecce) – E’ una storia in cui un dramma umano si mescola con un gesto di follia generando episodi violenti e pericolosi per la collettività. Forse più dettati dall’esasperazione che da una vera e propria pianificazione. Proprio come nel caso di Salvatore Milelli, il 49enne di Galatone, arrestato venerdì sera dopo aver appiccato un incendio nel negozio “Will Be” nel pieno centro di Nardò di proprietà di una nipote. Milelli è stato scarcerato. Il gip Michele Toriello ha infatti convalidato l’arresto del 49enne applicando il solo divieto di avvicinamento ai familiari. Una decisione maturata alla luce del racconto fornito da Minelli (assisttito dall’avvocato Gianpiero Geusa) nel corso dell’udienza di convalida.
Nello specifico per una casa che i familiari non gli avrebbero concesso nonostante ristrettezze economiche e condizioni di salute precarie. La rappresaglia risale, come detto, a tre sere fa. L’uomo si è presentato nel negozio della nipote. Con sé aveva una tanica di benzina. Ha invitato la giovane parente, le due commesse e i presenti ad uscire. Subito dopo Minelli ha appiccato il fuoco svuotando la benzina contenuta in una bottiglia da un litro e mezzo. Le fiamme hanno attecchito sul alcuni abiti e diversi accessori. Nel frattempo diverse telefonate hanno allertato l’intervento delle forze dell’ordine.
Sul posto sono confluiti i carabinieri, i poliziotti del locale commissariato insieme alle ambulanze del 118. Fortunatamente non si sono registrati feriti. I carabinieri hanno attivato le ricerche dell’uomo. Minelli era ancora nei paraggi. E’ stato rintracciato, fermato e condotto in caserma dove è stato interrogato a lungo. Ai militari ha spiegato, così come ribadito davanti al gip, i motivi del suo gesto. Ha parlato di una rappresaglia contro i familiari additati di non aver mantenuto la promessa di affidargli una casa. E questo temporeggiamento lo avrebbe convinto a compiere un gesto tanto plateale quanto pericoloso che gli è costato l’arresto con l’accusa di incendio doloso.
F.Oli.