LECCE – Non sono passate nemmeno 24 ore e il centrodestra deflagra in un vortice di accuse e veleni. Sul banco degli imputati Fitto, Perrone e Marti, ma Andrea Caroppo se la prende anche con Forza Italia, troppo remissiva a suo parere. «Il centrodestra vince in tutta Italia tranne che nella terra dell’ex Ministro per i Rapporti con i Parlamento, Fitto, e del suo cerchio magico. Avendo scelto di fare da ruotino di scorta a chi in 13 anni è riuscito a sbagliare tutto quello che c’era da sbagliare e perdere tutto quello che c’era da perdere, i vertici di Forza Italia sono corresponsabili di una débacle della quale li avevo personalmente avvertiti». Non usa mezzi termini il capogruppo di FI alla Regione Puglia, Andrea Caroppo.
«Dalle amministrative del 2004 – quando il cdx, pur governando la Regione, fu capace di perdere tutte le province e la maggior parte dei comuni al voto, a cominciare da Bari – alle Regionali del 2005, dalle successive regionali del 2010 e del 2015 alle amministrative del 2016, una serie interminabile di sconfitte, fino alla più significativa: Lecce. Sono stati 13 anni di arroganza politica, che hanno cancellato il centrodestra in Puglia e creato nuova Regione “rossa”, in cui il csx amministra continuativamente da tre legislature ed è predominante nelle amministrazioni locali. FI è corresponsabile di una disfatta dalle proporzione inaudite. I suoi vertici – a partire dal coord. regionale Vitali – si sono fatti dettare i tempi dal leader di un mini partitino personale, avallandone i desiderata e portando il partito a sbattere contro una sconfitta annunciata figlia dell’ennesima candidatura imposta rispetto alla quale avevo manifestato per tempo le mie perplessità».
La ricetta di Andrea Caroppo è quella di rifondare un nuovo centrodestra mandando a casa i vecchi protagonisti della disfatta: Perrone, Marti e Fitto. Stessa idea di Luigi Mazzei, coordinatore provinciale di Area Popolare. «Evidentemente la personalizzazione della politica locale è stata perdente, i vecchi canovacci nei quali suo malgrado il promettente candidato Giliberti è rimasto impigliato, hanno reso poco credibile l’immagine e la prospettiva che la città chiedeva a gran voce: un rinnovamento, un taglio con 20 anni di governo cittadino troppo spesso patrigno verso una comunità che in tutti i modi ha chiesto maggiore considerazione e comprensione- spiega Mazzei – Anche se resto convinto che Gilberti poteva essere il miglior Sindaco per la città. Lecce ha detto un secco NO alle dinamiche, alle vecchie caste, cerchi magici, ai gruppi che avevano preso sempre più i connotati di clan cittadini e sempre meno di “uomini eletti dal popolo per rappresentare le esigenze del popolo”. Lecce ha detto un secco No alle imposizioni, alle dinastie, alle persone e non ai partiti, ai politici che usano professano in campo nazionale i temi della partecipazione ma nei loro territori impongono e non coinvolgono».
«Adesso qualcuno dovrebbe fare un mea culpa e chiedere scusa ai compagni di viaggio, a Mauro ma soprattutto ai cittadini, per non aver dato loro neppure la possibilità di ricredersi- continua Mazzei – Ma in calce a tutte le valutazioni, politiche, morali, ideologiche, credo vadano scritti a firma indelebile i nomi dei tre politologi che in questi 10 anni hanno distrutto tutto ciò che il centro destra aveva costruito: la firma a questo fallimento politico la devono mettere Fitto, Marti e Perrone, unici responsabili di una politica lontana dall’identità del territorio, lontana dalle esigenze dei cittadini, una politica che ha smesso di parlare alla pancia ed al cuore della gente, una politica fatta a tavolino e non tra le piazze, una politica che ha cercato di togliere identità ai vari esponenti riducendoli a pedine, una politica che ha pensato a posizionare propri uomini per gestire potere a scopo personale e non a far crescere una classe dirigente.
Ad oggi il CDX ha esaudito ogni suo percorso politico. Oggi è necessario per ripartire guardare alla composizione di un partito di ampio raggio, che riesca ad unire diverse realtà ed animarle al suo interno, seguendo un progetto di PPE e che dialoghi e guardi oltre. E mi riferisco in particolare a Forza Italia e UDC cge ne fanno parte in Europa e sono divisi in Italia. In questo momento di profonda riflessione esorto gli stessi Delli Noci e Giliberti a costruire un ponte di condivisione con Alternativa Popolare, confrontare progetti ed identità e pensare a far partire da Lecce un modello che potrebbe essere volano ad un progetto nazionale ed europeo».
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