CASARANO (Lecce) – E’ approdato davanti ai giudici della Corte d’appello il processo scaturito dall’operazione “Caronte” che, nel febbraio del 2009, consentì di smantellare un articolato sodalizio che avrebbe compiuto una colossale truffa ai danni dell’Inps. In giornata il sostituto procuratore generale Ennio Cillo ha concluso la propria requisitoria invocando la condanna per i reati di associazione a delinquere, l’agevolazione dell’immigrazione di clandestini e per due episodi di truffa non ancora prescritti; per tutti gli altri reati è stata dichiarata l’intervenuta prescrizione.
Il processo di primo grado si è concluso nel 2015 con 29 condanne e 17 assoluzioni. Sul banco degli imputati erano finiti un avvocato, sindacalisti, liberi professionisti e semplici cittadini. Le pene più alte erano state inflitte a Biagio Maria Costantino, avvocato di Casarano; per Carmine Micocci, 61 anni, di Maglie, all’epoca entrambi funzionari dell’Inps della cittadina sud salentina e per Antonio Riccardo, 53, di Ruffano, sindacalista responsabile provinciale della Femca Cisl.
L’indagine si concluse con 48 persone arrestate per complessivi 133 indagati. L’epicentro del colossale raggiro sarebbe stato lo studio di consulenza del lavoro “Acquaviva” di Casarano che aveva consentito ai presunti registi di incamerare la ragguardevole somma di 1 milione e 750mila euro. Le manette scattarono anche per nove extracomunitari che, secondo le indagini, avrebbero garantito il permesso di soggiorno in Italia ad altri clandestini tramite assunzioni fantasma nelle aziende coinvolte nell’inchiesta.
Il processo è stato aggiornato al 14 settembre quando continueranno le arringhe del collegio difensivo composto, tra gli altri, dagli avvocati Roberto Pascariello, Anna Grazia Maraschio, Tommaso Stefanizzo, Diego Cisternino, Giovanni Bellisario, Walter Gravante, Vincenzo Venneri, Simone Viva, Luca Puce, Andrea Sambati, Dimitry Conte, Donato Mellone, Francesco Vergine, Luigi Corvaglia e Alessandro Dell’Atti.
F.Oli.